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«Sono amareggiato non tanto per la perquisizione subita, ma perchè mi sembra strano che a distanza di tre anni dall’inizio dell’indagine dove si ipotizzano accuse nei confronti di alcune persone che avrebbero pagato una tangente di ben 2,4 milioni di euro per la realizzazione di un parco eolico, inchiesta dove si ipotizzano pure pagamenti di altre tangenti per lo stesso motivo, nessuno degli indagati ha subito perquisizioni o altri provvedimenti». Lo ha dichiarato il giornalista del «Quotidiano della Calabria», Paolo Orofino, che oggi ha subito una perquisizione domiciliare della Guardia di Finanza, su disposizione della Procura della Repubblica di Catanzaro. Il reato ipotizzato dal sostituto procuratore Carlo Villani, che ha aperto un fascicolo contro ignoti, è di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. Gli articoli sono stati pubblicati dal «Quotidiano» sabato e domenica scorsi e si riferiscono all’inchiesta che ruota sui parchi eolici in Calabria. Nello specifico, nei due articoli si faceva riferimento ad una presunta maxi tangente pagata per la realizzazione del parco eolico di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, ricostruendo la vicenda dei parchi eolici in Calabria e chiamando in causa alcuni personaggi politici e imprenditori. Il computer del giornalista è stato acquisito dalla Procura della Repubblica, che ha anche invitato Orofino a non procedere alla pubblicazione di un terzo articolo sulla vicenda, già pronto. «Nei miei confronti – ha aggiunto il cronista del «Quotidiano» – hanno agito nel giro di tre giorni dal presunto reato che avrei commesso pubblicando i due articoli sulla vicenda dell’eolico. Ora auspico che la Procura della Repubblica di Catanzaro, che detiene il fascicolo sui parchi eolici, dopo avere così tempestivamente agito nei miei confronti, si adoperi per definire altri e più importanti questioni relative all’argomento».
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