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Una ventina di dipendenti della ex Nostromo l’industria vibonese del tonno chiusa da tempo per poi essere rilevata da un’altra proprietà, da stamattina occupano l’Ufficio provinciale del lavoro di Vibo. Messi in mobilità circa 10 anni fa, i 22, di cui la maggioranza donne, non sono stati riassorbiti dalla subentrante società Marenostro di Ceravolo.
Dei 90 della ex Nostromo, ne sono stati riassorbiti soltanto 40, altri hanno trovato un lavoro diverso, mentre 22 sono stati tagliati fuori. Questi ultimi adesso lanciano un appello al neo assessore regionale al lavoro Stillitani, sollecitandolo a sbloccare i sei milioni di euro che sono rimasti inutilizzati presso la Regione, somma con cui, a loro dire, potranno risolvere i loro problemi. A sostenere la vertenza dei 22 la Cgil.
Intanto l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro Michelangelo Mirabello, ha chiesto al prefetto Luisa Latella la convocazione urgente di un incontro sulla vertenza che vede coinvolti i lavoratori dell’ex Nostromo (fruitori di ammortizzatori sociali in deroga), che hanno occupato gli uffici del Centro per l’impiego di Vibo. Con una lettera inviata anche agli assessori regionali alle Attività produttive e al Lavoro, Mirabello sottolinea la necessità di affrontare sinergicamente e in maniera risolutiva la delicata questione: «Oggi più che mai, in una situazione di crisi generale che grava maggiormente su un territorio come quello vibonese – ha affermato l’assessore – occorre che tutti i soggetti coinvolti, a cominciare dalle Istituzioni, affrontino la drammatica e delicata vertenza dei lavoratori dell’ex Nostromo, i quali, esasperati per la loro condizione, hanno animato anche oggi una vibrante protesta. Da qui la necessità di costituire un tavolo tecnico-istituzionale che affronti in maniera sinergica con i sindacati, questa annosa questione, avviando la ricerca di soluzioni efficaci e condivise».

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