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E’ muro contro muro tra Governo e Whirlpool Italia sulla cessione del sito di Napoli, centro produttivo di lavatrici di alta gamma. Neppure la scesa in campo del premier Giuseppe Conte è riuscita a modificare le ragioni della multinazionale americana del bianco che aveva sempre lamentato, nel corso della trattativa al Mise, la “crisi strutturale” che ha coinvolto lo stabilimento campano di via Argine.
E a fronte della richiesta ufficiale di palazzo Chigi, ribadita ancora oggi nel corso del vertice nella sede di governo, di bloccare la procedura di cessione che ipotecherebbe anche il futuro di 430 lavoratori, Whirlpool Italia ha ripetuto punto per punto il ragionamento di questi ultimi mesi: “l’azienda si trova costretta a procedere alla cessazione dell’attività produttiva, con decorrenza 1 novembre 2019”. Questo perchè, spiega ancora il gruppo in una nota che segue la fine dell’incontro con Conte e Patuanelli, “nonostante gli ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli opera al di sotto del 30% della capacità di produzione installata a causa del drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e di congiunture macroeconomiche sfavorevoli, condizioni non previste né in alcun modo prevedibili al momento della sottoscrizione del Piano Industriale del 25 ottobre 2018”.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, chiede al Governo un incontro urgente sulla vertenza Whirlpool. In una lettera al premier Conte, ai ministri Patuanelli e Gualtieri, De Luca sollecita “una verifica comune finalizzata alla individuazione di eventuali soluzioni alla gravissima crisi che coinvolge le strutture industriali campane. A tal fine, si chiede l’urgente fissazione di un incontro finalizzato al puntuale approfondimento, con l’opportuno supporto tecnico di Invitalia in ordine alla attendibilità e sostenibilità del piano industriale della società interessata e ai possibili sblocchi della crisi»

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