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La polizia ha fatto irruzione in una abitazione in località Perretti di Reggio Calabria dove Giovanni Tegano, boss della ‘ndrangheta, è stato sorpreso mentre era in compagnia di altre persone. Al momento dell’irruzione il boss e le altre persone non hanno opposto resistenza e sono stati tutti arrestati. Subito dopo l’arresto a Tegano sono stati notificati una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altri reati. Sulle modalità dell’arresto gli investigatori mantengono il massimo riserbo anche perchè sono in corso una serie di accertamenti.
Con l’arresto di Tegano i poliziotti diretti da Renato Cortese hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche della ‘ndrangheta. Tegano era inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi del ministero dell’interno.
Il 13 luglio del 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale. Gli investigatori da diverso tempo gli davano la caccia non esitano a ricordare che il «nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime». Le cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall’ottobre ’85 all’estate del ’91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall’altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini. Nella guerra di mafia furono uccise oltre seicento persone. Dopo la notizia dell’arresto il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della polizia Antonio Manganelli. La cattura di Tegano, ha sottolineato Maroni “è il colpo più duro che si potesse infliggere oggi alla ‘ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi”.
ARRESTATI I FIANCHEGGIATORI
Sono cinque i fiancheggiatori arrestati perchè trovati in compagnia di Giovanni Tegano. Si tratta del genero del boss, Carmine Polimeni, di 30 anni; Giancarlo Siciliano, (31); Vincenzo Serafino, (45); Giuseppe e Antonino Morabito, 47 e 28 anni, detti ‘i grilli’. La villa nella quale si nascondeva Tegano era nella disponibilità di Giuseppe Morabito e si trova in località Terreni di Reggio Calabria, in zona impervia ai piedi dell’ Aspromonte. La struttura aveva un sistema di video-sorveglianza composto da cinque microtelecamere. Al termine degli accertamenti compiuti dagli agenti della squadra mobile la villa ed il sistema di telecamere sono stati sequestrati. Tegano è stato trovato in possesso di marsupio all’interno del quale c’era una pistola calibro 6,35 con matricola cancellata, due caricatori, ventisette cartucce ed un coltello a serramanico. I Morabito, secondo quanto hanno reso noto gli investigatori, sono i nuovi capi locale di Terreti, titolari di un’impresa di costruzioni edili e di movimento terra. Negli anni ’80, un loro zio, Nino Morabito, ‘u grillù, fu ucciso durante la guerra di mafia mentre si muoveva su un’autovettura blindata da Terreti verso l’Aspromonte. Delle dinamiche di quell’omicidio parlò a lungo il pentito Paolo Iannò, che faceva parte del gruppo di fuoco che eliminò Morabito.
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