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Di LUCIANO CONTE
I nuovi curricula liceali previsti per l’anno scolastico 2010/11 dalla riforma delle superiori introducono novità importanti, a fronte di una cultura ministeriale del passato, improntata a circolari incomprensibili mutuate dal solito linguaggio burocratico. Una prima novità è la semplicità delle enunciazioni, nelle quali sono indicati obiettivi e competenze, lasciando all’autonomia delle scuole l’integrazione dei curriculi proposti. Non più griglie, tabelle, diagrammi e tassonomie in un infinito linguaggio, ma concise e circostanziate enunciazioni, con l’introduzione di una scelta fondamentale rivolta, per tutte le discipline, alla storia e alla cultura del Novecento. Obiezioni si possono anche muovere a tali indicazioni tematiche, ma possono essere fatte solo in direzione di una difficile applicazione dal prossimo settembre, perché occorre riscrivere i testi ed aggiornarli secondo il nuovo ordinamento. Al di là di questa preoccupazione, finalmente, senza enfasi, aver introdotto un sostanziale cambiamento nei programmi e nelle discipline, con il solo limite dei nuovi orari scolastici ridotti, al passo con i tempi della contemporaneità, non significa svilire la storia e la cultura del passato (ogni storia contemporanea è storia), ma avvicinarsi alla “modernità” con la cultura che domina gli inizi del nuovo millennio. Certo la didattica gioca un ruolo importante per spiegare avvenimenti e temi ancora oggetto di forte discussione, ma la conoscenza di culture più vicine può essere interessante per gli alunni ed un modo per entrare con forza nelle interpretazioni della storia, della filosofia e della letteratura, per fermarci alle discipline umanistiche, dando un contributo notevole alla riaffermazione di valori e certezze che esulano dalla retorica delle mode, che pur esistono nella seconda parte del secolo passato e di cui il Novecento è intriso e, a volte, condizionato. Non era forse moda il romanticismo bohémienne? Eppure, come fatto culturale, ha dominato la scena e creato classici del pensiero, dalla storia alla letteratura, dall’arte alla filosofia, improntando di se l’intero secolo trascorso. Importante è riscrivere la cronologia delle discipline, cadenzando nel tempo della scuola le epoche storiche, con argomenti non di facciata, ma sostanziali per ogni civiltà studiata. L’agibilità della metodologia e della didattica delle discipline sarà compito dei docenti, che vanno aggiornati professionalmente, investendo risorse per essere al cuore della riforma, senza pensare alla paura del nuovo, che molto spesso spaventa tutti e affossa i tentativi di rinnovamento, soprattutto nella scuola, che ha bisogno di essere riscritta. Senza parlare di rivoluzione, fermiamoci all’essenziale dei contenuti, di cui il Novecento è ricco, sapendo distinguere fra ciò che è materia storiografica e ciò che è semplicemente cronaca, perché gli avvenimenti sono ancora troppo vicini alla nostra sensibilità per essere fatti culturali acquisiti.

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