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Quattro cacciatori sono stati condannati per avere introdotto armi e munizioni all’interno del Parco nazionale della Sila, in violazione della Legge quadro sulle Aree protette. La condanna si riferisce ad un episodio avvenuto nel mese di gennaio 2009, quando una pattuglia del Corpo forestale dello Stato, durante un servizio mirato alla prevenzione e repressione del bracconaggio, sorprese i quattro mentre tentavano di introdursi in una pineta in località Poverella di Taverna, soggetta alla massima tutela in quanto ricadente nella zona 1 del Parco.
Il sequestro delle armi e delle munizioni, effettuato nell’occasione, venne convalidato ma in seguito, accogliendo uno specifico ricorso, il Tribunale ordinò il dissequestro. Successivamente però, secondo quanto ha reso noto oggi il Corpo forestale dello Stato, il giudice per le indagini preliminari, con decreto penale, ha riconosciuto la colpevolezza, condannando i cacciatori per la violazione delle norme sulle aree protette.

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