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«La libertà non ha pizzo» è lo slogan dell’iniziativa che Libera, in collaborazione con la Federazione Antiracket Italiana (Fai), presenterà domani alle 17,30 nell’Auditorium San Paolo di Reggio Calabria. Il titolo dell’iniziativa che sarà tenuta a battesimo da don Luigi Ciotti (in foto), presidente di Libera, e da Tano Grasso, presidente onorario della Federazione Antiracket Italiana con i rappresentanti di associazioni, imprenditori, forze dell’ordine, associazioni di categorie e sindacati, è ‘reggioliberareggio’.
Per la prima volta in Italia oltre una cinquantina di associazioni diverse e trasversali «si mettono in rete – dice un comunicato stampa di presnetazione – per un grande movimento culturale che vuole promuovere una campagna di denuncia, sostegno e proposta per una strategia concreta di contrasto alle attività della ‘ndrangheta ed in modo particolare della piaga del racket.
Un lavoro partito oltre un anno fa, ascoltando le testimoniane, le difficoltà delle vittime del racket che esercitano le loro attività nel territorio di Reggio Calabria». Viene sottolineato che «infatti il racket esprime il massimo sfruttamento proprio nel capoluogo reggino dove circa il 70 per cento delle imprese paga il ‘pizzo’, dove ogni rione di Reggio Calabria ha la sua cosca ed ogni cosca ha il suo ‘libro mastro’ dove vengono appuntati i nomi di chi paga e di chi ne fa resistenza».
La rete solidale tra società responsabile e chi non paga e/o smette di pagare, arrivata finora a mille sottoscrittori contando anche i singoli cittadini, «vuole sostenere le vittime del racket che hanno denunciato, accompagnare alla denuncia di chi non l’ha ancora fatto, promuovere il consumo critico e responsabile, sensibilizzare ed informare nelle scuole, nelle università e non solo».
Il manifesto di ‘reggioliberareggio’, le proposte, le iniziative saranno presentate pubblicamente domani con una grande assemblea pubblica durante la quale saranno consegnati i primi loghi antiracket agli imprenditori che hanno promosso e condiviso fin dal nascere l’iniziativa «quale segno concreto del loro impegno della libertà dal pizzo e dalle logiche mafiose».
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