Nino Caianello
2 minuti per la lettura“Controlla le elezioni e controllerai la città…”siamo nel Varesotto e nel Novarese di oggi, non nel profondo Sud della provincia casertana degli anni Novanta dove vigeva esclusivamente la legge dei casalesi.
A leggere il resoconto di Simone Di Meo sul racconto confessione di Nino Caianiello (LEGGI), a capo di un vero e proprio tangentificio, corrono i brividi lungo la schiena. C’è la solita municipalizzata (Azienda multiservizi comunali di Gallarate) con il solito poltronificio lombardo non solo per gli amici degli amici trombati ma addirittura come ufficio di collocamento dei congiunti della nota famiglia della ‘Ndrangheta. C’è una lunga scia di affidamenti sotto soglia con “somma urgenza” usati come passe-partout delle Srl mafiose per infiltrare dalla porta di servizio una serie di amministrazioni comunali della provincia di Milano nel silenzio complice di tutti.
Anzi, per usare le parole riservate a istituzioni locali e classi dirigenti meridionali del passato da Claudio De Vincenti, promotore del “Manifesto per il Sud cambia, cresce, merita”, “è prevalso un uso distorto e clientelare di finanziamenti disponibili e si è favorita un’illegalità diffusa”. Potremmo dire che il passato del Sud è diventato il presente del Nord, ma siamo contro i luoghi comuni e non ricambieremo il Nord con la stessa leggerezza con cui si parla del Sud.
Sud che deve essere ovviamente sottratto ai suoi vizi clientelari e alle infiltrazioni criminali, alle sue inadeguatezze progettuali e alla sua debole capacità di spendere.
Consigliamo, però, a De Vincenti di misurarsi nel frattempo con la doppia operazione verità. La prima dimostra quanti soldi pubblici sono stati indebitamente sottratti dalle Regioni settentrionali alle Regioni meridionali. La seconda dovrà chiarire quanto di questo imponente flusso di risorse è andato addirittura a finanziare la crescita della ’Ndrangheta nei territori più ricchi del Paese. Forza, un altro piccolo passetto, e sarà più facile uscire dalla nuvola della bugia.
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