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di Salvatore Santoro
POTENZA – Una vittoria senza “sofferenze”. Non c’è stato bisogno di aspettare tanto per capire che De Filippo avrebbe vinto di nuovo. E con distacco. «Non mi aspettavo questo dato», dice a caldo il neo presidente della giunta regionale Vito De Filippo che quindi, succede a se stesso. Arriva al Park Hotel di Potenza, (lo stesso quartier generale di 5 anni fa) poco prima delle 18.
E’ stato casa fino ad allora per aspettare le prime proiezioni. Quando arriva c’è l’applauso dei fedelissimi. E’ corsa al primo abbraccio. E alle prime dichiarazioni. Sorride. Sfoggia una cravatta blu fantasia di Marinella, pantalone di flanella grigia e giacca blu di lana fredda: istituzionale.
E pur se mantiene ancora un pò di cautela, De Filippo si lascia andare: «Non abbiamo dubbi che ci sia un margine ampio per una sicura vittoria del centrosinistra». E poi spiega perchè non si aspettava nemmeno lui una simile affermazione: «L’Italia ha attraversato uno dei tempi più duri per l’economia, per lo sviluppo, per l’occupazione e chi ha agito sul territorio in questo periodo così difficile ha percepito anche una stanchezza e una fatica della comunità. Per questo sono molto contento perchè la Basilicata si è dimostrata la regione che si è astenuta meno e questo si traduce in una voglia di partecipazione».
Ma l’atteggiamento di De Filippo non lascia spazio ai trionfalismi: «Non canto vittoria. Un candidato presidente che lo è già stato deve cantare responsabilità. Io proverò a continuare a essere cauto in linea con i temi del mio programma».
Intanto i due televisori – posti sul tavolo che nella sala convegni del Park hotel di solito sono riservati ai relatori – continuano ad aggiornare i dati. De Filippo, per preferenze, alle 18 è il secondo in Italia (superato in quel momento dal ministro veneto Zaia) ma il primo in assoluto del centrosinistra.
Il dato non sfugge al segretario regionale del Partito democratico, Roberto Speranza che dopo aver abbracciato il governatore rieletto si accomoda nella poltroncina nera delle intervista e dichiara: «Da questi dati appare che in Basilicata c’è il centrosinistra più forte d’Italia. E’ un messaggio importante a Berlusconi che immaginava di voler commissariare il nostro Mezzogiorno e la sua classe dirigente e invece a lui arriva un segnale molto chiaro che qui ci sono gruppi dirigenti molto validi capaci di interpretare i bisogni della propria società e capace di disegnare un futuro possibile per questa terra. Ora a noi spetta il compito di migliorare la qualità del nostro governo e aumentare la sintonia con i lucani».
E sui dati che fotografano una affermazione oltre le aspettative il segretario Pd chiude: «Ero sicuro che i lucani non avrebbero creduto alle sirene di un centrodestra poco affidabile e di una proposta come quella di Allam che mi è sempre sembrata più fantasiosa che altro. Ora noi conosciamo le difficoltà che ci sono ma credo sia stata apprezzata la nostra umiltà e la capacità di capire i problemi reali dei lucani».
Uno dei più entusiasti è l’ex senatore Romualdo Coviello che tra un abbraccio e una stretta di mano sottolinea raggiante: «Passati i marosi della Prima legislatura e nonostante i tentativi di delegittimare una classe dirigente di un partito e di una intera coalizione siamo riusciti a trovare la quadra. I lucani hanno premiato una squadra che si ripronone ma questa volta con l’esperienza necessaria per uscire da una crisi difficile per la Basilicata».
A pochi metri passa il candidato democratico, Vincenzo Folino che afferma: «Durante questa campagna elettorale abbiamo avuto la capacità di recuperare un clima che all’inizio sembrava più negativo. Abbiamo parlato un linguaggio di verità e sincerità evidenziando i veri problemi e rilanciando il tema della partecipazione». Folino è in lizza per essere il primo degli eletti. Non si sbilancia ma dichiara: «Aspettiamo un altro pò, ma mi sembra buono». Si avvia a salutare il presidente eletto con aria sornione di chi la sa lunga.
La sala inizia a riempirsi. Le analisi si sprecano. C’è chi si meraviglia della riconferma di un dato oltre il 60 per cento, nonostante la crisi e la sofferenza economica della gente. A domanda, De Filippo risponde mentre i suoi numeri diventano sempre più lusinghieri. Alle 21 il governatore lucano supera ampiamente il 60 per cento. Il dato più alto di tutto il Paese. E’ orgoglioso il presidente della Regione che risponde al perchè di tale fiducia incondizionata: «I lucani hanno capito perfettamente che il nostro sforzo è stato grande nonostante lo Stato ci ha abbandonati e ci hanno riconosciuto una qualità amministrativa che io sono contento di aver potuto rappresentare in questa competizione».
Ma l’attenzione è anche per il resto delle regioni. De Filippo fa il “tifo” per Nichi Vendola. Stringe i pugni quando ai primi dati vede che la percentuale rispetto all’avversario del Pdl pugliese cresce. Poi c’è lo squillo sul cellulare di un collaboratore. «E’ Vendola». De Filippo prende il telefono e urla: «Viva la Puglia». Scoppia l’applauso. I due governatori si scambiamo gli auguri. Si fa festa. La sala mano mano si riempie. C’è tutta la famiglia di Vito De Filippo: la signora Rosa versa il caffè e si lascia andare a un sorriso.
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