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Festival d’Autunno ancora live nel segno dei cantautori. Domani sera al teatro Politeama di Catanzaro i riflettori saranno tutti per Rosalino Cellamare, in arte Ron. Lui il protagonista di un concerto-omaggio a Lucio Dalla che precede solo di qualche giorno la partecipazione del cantautore come ospite del Premio Tenco 2019 al teatro Ariston di Sanremo prevista per venerdì 18. Alla vigilia del live proposto dal festival ideato e diretto da Tonia Santacroce, la parola al cantautore nato a Dorno in provincia di Pavia.

Andiamo subito al punto: chi era Lucio Dalla e cosa rappresenta ancora per la Canzone italiana?

«Lucio Dalla era un uomo unico, un extraterrestre, una persona diversa da tutti gli altri artisti italiani e anche da quelli stranieri perché Lucio non ha mai pensato a questo lavoro per i soldi o per il successo, scriveva e cantava perché capiva di aver qualcosa di diverso da dire, da comunicare, sentiva veramente la necessità di scrivere».

“Lucio!! il Tour”, è uno spettacolo pensato come una pièce teatrale: un omaggio fatto non solo di canzoni. Com’è nata l’idea di questo progetto live?

«È nato perché abbiamo cominciato con un inedito di Dalla che Baglioni mi chiese di cantare a Sanremo 2018 da li ho pensato che sarebbe stato bello portare un omaggio di Dalla in tour, ma anche difficile se non trovando il linguaggio giusto per me che mi permettesse di esprimermi in maniera naturale, fin dall’ inizio ho cercato di non essere vicino al modo di cantare di Lucio, ma di essere me stesso raccontando Lucio con la giusta leggerezza come lui era e la gente lo ha capito e ne risulta felice e questo è bellissimo e un ottimo risultato».

La scaletta del concerto contiene i brani più importanti che avete scritto insieme e molti altri brani del repertorio di Dalla, da “Piazza Grande” ad “Henna”, “da Anna e Marco” a “Tutta la vita”, da “Attenti al lupo”, c’è una canzone che è rimasta nel cuore più di altro?

«Sono Legato a Futura e a 4 Marzo 1943, sono le canzoni che di Lucio che amo di più senza togliere nulla a tutte le altre che reputo fantastiche».

E veniamo all’ultimo inedito “Almeno pensami”, presentato da te al Festival di Sanremo 2018… l’emozione di quella scoperta?

«Non sapevo ci fosse una canzone inedita di Lucio, i cugini di Lucio hanno offerto la canzone a Claudio Baglioni che ha chiamato me per poterla interpretare sul palco di Sanremo. È stata un’emozione grandissima. Un testo che a me ha dato molto, su quel palco ero molto emozionato, credo che anche la gente sia rimasta molto colpita».

Dalla ma anche il principe: nel 1979 Lucio Dalla e Francesco De Gregori ti chiamano per curare gli arrangiamenti del loro tour Banana Republic . Un tour storico , che ricordo conservi di quell’esperienza?

«Ero molto più giovane e questo mi ha dato la fortuna di annusare tutto quello che girava intorno alla musica ad una tournée cosi grande, cosi immensa ed unica. Ho un ricordo eccezionale ed è stata un’emozione unica avere avuto la possibilità di prenderci parte».

Incontri insoliti: Il “tuo” Joe Temerario nel 1984 è diventato la sigla di Domenica In ed è stato usato da Mario Monicelli all’interno della sua pellicola Speriamo che sia femmina, nella quale compari anche nella parte di te stesso. Ma che rapporto ha Ron col Cinema, quale genere preferisce e quale regista?

«Il cinema è sicuramente la mia seconda passione dopo la musica per cui sono molto vicino al cinema, per quello che succede di nuovo e per i vecchi film, sono molto attento. Ho fatto anche l’attore. Come genere mi affascina molto il fantascientifico. Mi piace George Roy Hill grande regista de la Stangata e tanti altri».

Altra curiosità hai scritto La storia di Maddalena : questa canzone è stata incisa da Sophia Loren e inclusa nella colonna sonora del film La mortadella di Mario Monicelli, con la stessa Loren, Gigi Proietti, Susan Sarandon e Danny DeVito; Lucio Dalla la userà poi per l’introduzione strumentale della canzone in L’auto targata TO , dall’album Il giorno aveva cinque teste. Come dire Ron non solo palco e non solo Una città per cantare ?

«Certo il bello della musica è proprio questo, non solo palco ma anche colonna sonora anche della nostra vita. Nel Cinema la Musica è sempre una parte molto importante. È bello scrivere e avere la possibilità di dare una canzone al cinema».

Il 13 ottobre 2015 è stata pubblicata la tua autobiografia Chissà se lo sai (Tutta una vita per cercare me), edita da Piemme. Ma chi è oggi Ron e che rapporto ha con le parole?

«Sicuramente oggi ho qualche difficoltà in più con le parole e credo di poter condividere questo con tanti altri miei colleghi, una difficoltà che nasce dopo che hai scritto tanto. Siamo in difficoltà perché oggi non c’è più molto da scrivere come c’era una volta».

La musica, le canzoni prima di tutto ma a cos’altro non rinunceresti mai?

«Non rinuncerei mai al mare, alla montagna, agli animali, alla natura!».

E se dovessi descriverti con tre aggettivi?

«È molto difficile autodescrivermi, ho cambiato spesso tante cose nella mia vita ed ogni volta restavo affascinato da qualcosa di me di diverso per cui è difficile per me descrivermi».

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