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Mappe false, case «sparite», documentazione scomparsa: ci sarebbe tutto questo dietro la nascita, a Girifalco, nel catanzarese, di uno dei parchi eolici calabresi. Il professore universitario di Napoli, Salvatore Tolone, proprietario di un terreno nella zona in cui il parco è sorto ha dichiarato: «Vivo in una situazione molto pericolosa, ma non intendo fermarmi», dice Tolone al quale, come ultimo «avvertimento», due giorni fa, hanno rotto il fanale dell’auto parcheggiata sotto casa sua, a Girifalco, in occasione di una breve visita non prevista.
«Non so cosa ci sia dietro, io mi limito a riferire i fatti», dice Tolone. Adesso, su quella denuncia, giunta dopo tutta una serie di rilievi amministrativi «non tenuti in alcun conto sebbene relativi a reati», sta indagando la Procura di Catanzaro che già un anno fa ha posto sotto sequestro una delle torri che dovrà anche accertare se dietro tutta la vicenda ci possa essere la mano delle cosche.
Una storia, quella di Tolone, iniziata nel settembre 2006 con le prime opposizioni al progetto, che non hanno mancato di provocargli conseguenze. «L’8 giugno 2007 – racconta il docente – una bomba è stata collocata e fatta esplodere a fianco della mia auto parcheggiata davanti la stazione di Lamezia Terme. Nel giugno dello stesso anno, il mio terreno è stato invaso da una delle ditte che lavorava al parco eolico. Nel novembre del 2008 il mio terreno è stato nuovamente invaso da autocarri che hanno danneggiato alberi e terreno. Nel marzo 2009, poi, è stato incendiato il trattore di un vicino, scambiato per mio, all’interno di un deposito in cui è conservato il gasolio, col rischio di una tremenda esplosione. Tutte le invasioni sono rimaste impunite».
Tutti i suoi rilievi, precisa Tolone, nascono da dati di fatto «inconfutabili, come un falso spacciato per errore, con tecnicismo da analfabeta nelle mappe redatte dall’impresa e che stanno alla base del progetto realizzato dalla società Brulli Energia di Reggio Emilia, che indicano una scala di 1:2500 mentre in realtà sono di 1:2000. Inoltre moltissime abitazioni regolarmente presenti nelle mappe catastali sono state fatte sparire dalle mappe in quelle in questione. In tutto sono ‘scomparsì una novantina di immobili.
Nonostante i miei rilievi, regolarmente protocollati, l’autorizzazione è stata concessa perchè, è stato detto, nessun cittadino aveva prodotto osservazioni». Non solo, aggiunge Tolone, per effetto della diversa scala delle mappe, molte abitazioni distano meno dei 500 metri previsti dalla legge dalle torri, «proliferate dalle 16 del progetto originario alle 22 indicate nella convenzione tra Comune e impresa senza alcuna autorizzazione. Le torri poi sono state ridotte a 12».

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