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Un piano ad hoc per il sud; così il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola, parlando con i giornalisti a Lamezia Terme dove ha visitato l’area industriale: «In questi giorni insieme agli altri ministri stiamo predisponendo il Piano per il sud: la filosofia del piano non è quella di dare ma di mettere il sud nelle condizioni di crescere».
«Se c’è una motivazione per cui il sud non è decollato – ha affermato Scajola – è perchè gli investimenti sono stati centellinati: la differenza tra il nord e il sud è il dimensionamento delle imprese, ad esempio, su 300 imprese quotate in borsa solo nove sono del Mezzogiorno. Non credo che il sud si possa risollevare trasferendo le imprese del nord, ma facendo crescere le microimprese. E’ necessario dare condizioni di fiscalità e premialità affinchè cresca il dimensionamento delle imprese. Per distribuire le ricchezze bisogna produrre e non colonizzare».
Il ministro ha poi aggiunto: «noi andremo a individuare un tipo di aiuto che si basa sul fatto che si fa pilastro sui cittadini: bisogna orientare meglio le risorse, razionalizzarle e responsabilizzare gli amministratori. Chi sbaglia paga. Uno dei motivi della mia presenza qui a Lamezia è di carattere istituzionale, doveroso per l’attenzione che il Governo ha nei confronti della Calabria e del sud». «I dati della Calabria sono negativi – ha proseguito il ministro – ci preoccupano fortemente quelli della criminalità organizzata e della sua penetrazione nelle istituzioni, cresciuta a dismisura. Sono tre elementi che mi fanno dire che c’è necessità di una svolta e della concretezza della gestione».
A PIANO LAGO
Dopo il suo intervento a Lamezia, il Ministro si è recato nella zona industriale di Piano Lago per visitare la sede dell’azienda Pitagora Spa: «La mia è una testimonianza di vicinanza». Oltre al Ministro (nella foto) ed ai vertici dell’azienda anche alcuni esponenti politici locali, giunti al seguito del Ministro, quali l’On. Galati e l’On Russo. Quindi l’intervento di Scajola davanti al personale dell’azienda e ai giornalisti. La sua visita è stata un saluto in occasione del suo passaggio in Calabria: «Un omaggio doveroso da parte del Governo per un’azienda che in quasi 30 anni ha fatto diventare di questo centro un’eccellenza nel panorama delle nuove tecnologie, grazie alla capacità di lavoro e alla freschezza intellettuale di chi lavora qui». Il Ministro ha poi sottolineato come in azienda vi siano molti giovani e molte donne, «fattori che contribuiscono a dare una buona immagine delle capacità della Calabria con la speranza che in futuro progredisca ancora e faccia da stimolo per la rinascita di altre imprese». In chiusura l’incontro con il personale dell’azienda
A COSENZA
Dopo la sua visita nella zona industriale di Piano Lago, Scajola si è recato infine a Cosenza per inaugurare la nuova sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Accolto dalla direttrice Michelina Grillo, il minsitro ha detto: «La Calabria è una bellissima regione, tra mare e monti. Difficile da attrraversare. E forse anche per questo, con infrastrutture deboli, la criminalità ha potuto giocare un ruolo più forte».
«Mi pare che i cantieri aperti sull’autostrada A3 da un anno siano più efficienti», ha detto ancora Scajola parlando delle infrastrutture calabresi. «Penso che il ponte sullo Stretto permetterà di transitare maggiormente e nei luoghi dove si transita di più c’è meno criminalità, c’è più sviluppo».
Il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, ha risposto anche alle domande dei giornalisti sul rapporto Osservasalute secondo il quale gli italiani avrebbero tagliato anche le spese sanitarie: «La crisi non è finita. Abbiamo finito la fase acuta, siamo in ripresa, ma la ripresa è lenta e sarà ancora lunga. Stiamo meglio di altri, se questo può essere una consolazione, e credo che usciremo dalla crisi presto e meglio degli altri». «Ed è in questa fase – ha aggiunto – che dovremo riuscire a garantire che il tessuto imprenditoriale tenga, perchè se non tiene e chiudono le imprese si perdono i posti di lavoro. Mi pare però che stiamo conducendo con equilibrio questo percorso». «Le Regioni hanno l’obbligo di non sfondare la spesa sanitaria ed è paradossale che chi ha creato il deficit accusi oggi il Governo di voler costringere le regioni a ripianarlo con i fondi Fas».

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