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di Mariateresa Labanca
POTENZA – Tirocini formativi nella bufera. Proprio nel giorno in cui era prevista l’iniziale scadenza del bando rivolto a 1.000 disoccupati e inoccupati lucani, da poco prorogata al 30 aprile, arriva il feroce affondo del noto giuslavorista Pietro Ichino, contro il programma approvato dal consiglio regionale della Basilicata. Parla chiaramente di «abuso», «violazione della disciplina» e «truffa» il senatore del Pd.
I quindici milioni provenienti dal fondo sociale per lo sviluppo europeo 2007 – 2013, e messi a disposizione per il programma in questione, sarebbero destinati a finanziare corsi di perfezionamento di un anno, presso 250 enti pubblici lucani, con un’indennità di partecipazione di 770 euro al mese.
Ma Ichino – che ha annunciato un’interrogazione ai ministri Sacconi e Brunetta – non usa mezzi termini nel dipingere il caso lucano come il seguito del cattivo esempio fornito dalla Calabria: «Vicende come queste mostrano come nel circolo vizioso dell’arretratezza del Mezzogiorno italiano – dice il senatore – non entrino soltanto la criminalità organizzata, l’arretratezza delle infrastrutture e il difetto diffuso di senso civico, ma anche una gravissima deformazione assistenzialistica delle politiche del lavoro e più in generale della spesa pubblica: deformazione che in questi ultimi due casi risulta oltretutto sostenuta dall’intero arco delle forze politiche. Gioca poi la sua parte anche l’inerzia del Governo, che avrebbe il potere di impedire queste evidenti violazioni delle leggi dello Stato e truffe ai danni del Fondo Sociale Europeo». Un attacco ancor più forte perché proveniente da un senatore del Pd, a una maggioranza di governo regionale dello stesso schieramento, per di più a pochi giorni dal voto. Il senatore, raggiunto telefonicamente in serata, in merito precisa: «La mia iniziativa non ha colore, visto che il programma è stato approvato da tutto l’arco politico del Consiglio regionale lucano. In più, il mio attacco è rivolto anche al governo nazionale che non ha mai risposto all’interrogazione da me presentata, relativa al caso dei tirocini in Calabria. Un silenzio che equivale a una comoda copertura delle cose e che ha consentito che il tutto si ripetesse anche in Basilicata. E poi – precisa ancora – sono abituato a dire sempre quello che penso. Davanti alle tante lettere che ricevo di altrettante persone che chiedono un mio parere, non posso di certo rispondere che c’è una campagna elettorale in corso». Rispetto alle accuse di illegittimità e di truffa, il senatore chiarisce: «L’illegittimità si spiega con il superamento del tempo di durata massimo consentito per i corsi rivolti ai disoccupati. La truffa al fondo sociale europeo, invece, si configura dal momento che questa non è formazione, ma assistenzialismo».
E’ il giornale on line “Repubblicadeglistagisti” ad accendere i riflettori sul caso lucano. “Vera e utile formazione – è il quesito posto – o assistenzialismo finanziato con fondi pubblici?”. Secondo il portale che raccoglie storie di “Italia, una Repubblica fondata sullo stage”, il programma della Regione Basilicata è lodevole, «solo in apparenza». Per almeno due ragioni. La prima riguarda la “durata abnorme e contra legem di questi stage”. Per disoccupati e inoccupati, infatti, il periodo di tirocinio, per legge, non dovrebbe superare i sei mesi. Con il rischio – sottolinea il giornale on line, riprendendo le preoccupazioni espresse anche da alcune parti sociali locali – che uno stage tanto lungo generi aspettative di stabilizzazione nei partecipanti. “Aspettative che verranno frustrate per forza – dato che negli enti pubblici si viene assunti solo tramite concorso – salvo provvidenziali (e costosi) interventi ex-post del consiglio regionale”.
C’è poi la questione dell’età. A partecipare ai tirocini sono ammessi i giovani, e meno, con una età compresa tra i 18 e i 40 anni. In pratica, la Regione si prepara a spendere 15 milioni di euro per “parcheggiare” persone non più giovanissime, solo temporaneamente, offrendo loro un contentino dei 770 euro al mese.
Non è sfuggita a “Repubblicadeglistagisti” neanche la concomitanza dell’iniziativa con le scadenze elettorali. Il giornale, poi, ha raccolto il parere di Pietro Ichino che ha annunciato che chiederà a Sacconi e Brunetta cosa intendano fare «per impedire questo nuovo evidente e grave abuso assistenzialistico dei contributi del Fondo sociale europeo e questa altrettanto evidente violazione della disciplina legislativa in materia di tirocini formativi, finalizzata, come l’esperienza calabrese insegna, all’aggiramento del principio costituzionale dell’accesso ai pubblici uffici per concorso».
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