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di GIUSEPPE GALATI
Il Sud ha bisogno del Sud, dei suoi giovani e di aprirsi al Mediterraneo. Uno slogan dal quale non si può prescindere, a mio avviso, dopo la crisi economica e finanziaria dalle proporzioni più ampiee seriedal dopoguerra aoggi, che nel Mezzogiorno ha avuto un impatto maggiore, a causa di antichi mali, acuendo, di fatto, la fragilità del meridione. Perciò, far ripartire il sistema economico-produttivo meridionale è di vitale importanza, se si vuole pensare a uno sviluppo non a intermittenza del sistema paese. Per un rilancio omogeneo del Paese non è pensabile una doppia velocità dello sviluppo.
Per fare questo, si richiede capacità progettuale della politica e dei governi regionali che verranno. Sono necessari investimenti nelle risorse umane e coraggio di intrapresa dei liberi e virtuosi cittadini. C’è un elemento che è sintomatico della gravità della crisi passata ma non del tutto assorbita ed è legato al fiore all’occhiello del Paese: il made in Italy, che ha sofferto della recessione come tutte le grandi economie.
L’export è un settore fondamentale che fa da traino all’economia nel nostro Paese che, nel 2009, ha vissuto una flessione non più drammatica di quella di altri Stati industrializzati con vocazione all’export. Le cause di tale crisi dipendono, forse, non tanto dalla competitività, quanto dal profondo dissesto finanziario dei nostri clienti (Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna) che hanno ridotto i consumi e gli investimenti verso il nostro Paese, ma anche dal rallentamento economico dei paesi emergenti che erano stati negli scorsi anni acquirenti importanti dei prodotti fatti nel nostro Paese(Russia e Paesiarabi in primo luogo). Qualche segnale di ripresa s’intravede e in dicembre si è segnato qualche punto favorevole dell’export nazionale verso le nuove grandi economie mondiali come: Cina, India, Brasile e anche la Francia. Questa è la dimostrazione di come sia fondamentale puntare sui mercati emergenti dove le famiglie sono meno indebitate ed è più agevole trovare fette di nuovi mercati.
Altro elemento di rilievo che emerge dall’ultimo rapporto della Commissione europea è la disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno che è più marcata, per ragioni contingenti, rispetto ad altre regioni. Partire da questi dati è fondamentale per cercare risposte e terapie strutturali e tempestive affinché i giovani diventino il giacimento cruciale per garantire una società con uno sviluppo economicamente sostenibile. E’ necessario ripartire dalla formazione e dalla scuola da un lato e da un mercato del lavoro che recepisca le novità della società dall’altro. Puntare sulla meritocrazia come spartiacque tra la possibilità di creare valore e la discriminazione aivalori. E poi cercare di accorciare le distanze tra scuola e lavoro, sapendo che il posto di lavoro fisso può diventare una chimera e che la forza del lavoro moderno è più flessibile, ma che questa flessibilità deve trovare opportunità di sicurezza in una formazione che deve essere mirata e pronta alle riconversioni professionali.
Il Sud poi, ha l’opportunità geografica di rappresentare la naturale porta del Mediterraneo. Il luogo che, dopo la crisi, è destinato a diventare il centro dell’interscambio culturale e commerciale per il Centro-Sud.
Il governo e il ministro Scajola hanno messo in campo una serie di misure che, attraverso il “decreto sviluppo” probabilmente varato nel prossimo Consiglio dei ministri, tendono a consegnare al Mezzogiorno due pacchetti di riforme: uno industriale e uno fiscale. Il primo comprende interventi che intendono creare un fondo per le aree in crisi dei settori industriali che soffrono di più e il secondo comprende un fondo unico per gli incentivi ai consumi.
Siamo sicuri che non si tratta di provvedimenti che hanno una temporalità ristretta, ma, invece, guardano all’orizzonte della crescita e mirano a creare impresa e lavoro.
Sarà uno dei compiti più impegnativi della politica regionale che verrà, il fare con coraggio delle scelte che facciano diventare il Sud e la Calabria non più la cenerentola del Paese. Il Mediterraneo potrà rappresentare una cassaforte piena di opportunità e i giovani, pieni di idee e creatività, potranno diventare il motore dello sviluppo moderno. Ci sia la politica,ma ci siano anche i cittadini del Sud.

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