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Un conto corrente per supportare economicamente la famiglia di Donato Bergamini nelle lunga e onerosa battaglia legale che la vede impegnata a far riaprire le indagini sulla morte dell’ex centrocampista del Cosenza avvenuta a Roseto Capo Spulico nel novembre del 1989 in circostanze ancora poco chiare.
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Oggi, a mezzogiorno, una conferenza nella sala stampa dello stadio San Vito per spiegare il senso dell’iniziativa.
L’INIZIATIVA
La sorella del calciatore ferrarese, Donata Bergamini, ha spiegato che l’iniziativa, è finalizzata alla raccolta di fondi necessari a continuare le indagini di parte (così come consente il nuovo codice di procedura penale, che conferisce ai legali di parte civile di condurre controinchieste), che presto potrebbero portare alla soluzione del caso Bergamini. Attraverso questo conto corrente, chiunque volesse dare il suo sostegno potrà farlo con un versamento sul numero 2349417 intestato a Donata e Domizio Bergamini. «L’idea – ha spiegato ancora Donata Bergamini – è però quella di creare una sorta di fondazione per la giustizia, che possa presto raccogliere e distribuire fondi a sostegno di altri casi di “ingiustizia”, e ci piacerebbe che questa iniziativa avesse una sponda calabrese». L’appello più significativo è stato rivolto alle società sportive.
L’INCHIESTA
Il caso – lo ricordiamo – venne ufficialmente archiviato dalla magistratura come suicidio, ma che in tutti ha da sempre destato innumerevoli perplessità. Il processo si chiuse nel giugno 1992 davanti alla Corte d’appello di Catanzaro con l’assoluzione dell’autotrasportatore di Rosarno che quella sera era alla guida del camion che travolse il corpo di Bergamini, accusato di omicidio colposo, e stabilì che il calciatore ferrarese si era suicidato. Alcuni anni fa vi fu un’ulteriore richiesta di indagini da parte della polizia, ma gli elementi a supporto della richiesta sono apparsi infondati da parte dei magistrati che avrebbero dovuto vagliare l’istanza. Oggi, grazie al movimento di opinione che si è creato intorno al gruppo di Facebook “Verità per Donato Bergamini” e ad alcune inchieste giornalistiche locali, la vicenda è tornata a interessare anche la stampa e l’opinione pubblica nazionale. Anche grazie a ciò che le attività del pool di esperti medico-legali ingaggiati dalla famiglia e coordinati dall’avvocato ferrarese Eugenio Gallerani si sono intensificate negli ultimi mesi. Attività investigative private che, però, costano. È per questo che la famiglia ha deciso di ricorrere alle sottoscrizioni volontarie dei sostenitori della “verità per Donato Bergamini”.
LA PROCURA
Stamane, insieme ai familiari di Denis Bergamini, a Cosenza c’era anche l’avvocato Gallerani. Il legale ha parlato poco dell’inchiesta, ma non ha escluso che farà un passaggio dalla procura di Castrovillari, competente per territorio in caso di riapertura del processo; o meglio: in caso di «riqualificazione dell’inchiesta» (inchiesta ex novo), come l’ha definita il procuratore capo Franco Giacomantonio, che si è detto disponibile a riaprire il caso qualora emergessero elementi di inequivocabile rilevanza giudiziaria. L’avvocato ferrarese ha comunque fatto sapere che il suo viaggio in Calabria è finalizzato, oltre che al sostegno dell’iniziativa del conto corrente, all’acquisizione di alcuni importanti elementi probatori da inserire nell’atteso fascicolo della nuova indagine, ma neanche su questo aspetto l’avvocato si è sbottonato.
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