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Prima una tac, poi rilevamenti mirati con i raggi gamma per indagare fin nel profondo il loro stato di conservazione. In Calabria, annuncia il ministero dei beni culturali sul suo sito internet, entrano nel vivo le operazioni di valorizzazione dei Bronzi di Riace con una nuova fase di restauro che si avvarrà di tecnologie tra le più innovative. E che, come già è successo per il Caravaggio a Roma, potrrà essere seguita in diretta dai visitatori nel salone Monteleone di Palazzo Campanella a Reggio Calabria.
I ‘giovanotti di Riace’, come amava chiamarli lo storico dell’arte Cesare Brandi, verranno sottoposti prima di tutto ad una Tac. Poi partiranno i rilevamenti con Raggi Gamma, che entrano dentro le terre di fusione residue e mostrano lo stato di conservazione non solo in superficie ma a tutti i livelli della statua bronzea. ‘Per questa nuova fase di restauro vengono mobilitate le tecnologie piú avanzate, mutuate dall’industria aeronautica o usate solitamente negli sport piú estremi, come le fibre di carbonio, utilizzate per esempio nella costruzione di Luna Rossa’, spiega Pasquale Dapoto, direttore del Laboratorio di Restauro del Museo di Reggio Calabria.
A condurre le indagini Roberto Ciabattoni e Laura Donati dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria. Un intervento, spiegano, che e’ nato da esigenze di natura conservativa ma ‘rappresenta anche una straordinaria occasione conoscitiva, per comprendere piú da vicino la storia dei due capolavori’. Il team di lavoro proverà a sciogliere i nodi sui quali esperti e appassionati di arte antica dibattono ormai da tempo, a partire dall’origine delle due statue fino al motivo del viaggio che stavano affrontando, quando la nave che le trasportava affondo’ davanti alle coste calabre.
Il laboratorio, allestito nel Salone Monteleone di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, sarà aperto al pubblico, che potra’ seguire le operazioni attraverso una vetrata. E non solo: un sito web in continuo aggiornamento (www.bronzidiriace.org) permette di seguire passo passo, da ogni parte del mondo, le fasi del percorso per conoscere le scoperte portate alla luce dal restauro. Una sorta di live-cam consentirà di registrare ogni mutazione chimica e fisica sia all’interno che all’esterno delle due opere e le riprese verranno pubblicate sul web site.
Sempre a palazzo Campanella ma nella sala Green, una mostra ospita invece gli altri reperti solitamente custoditi nel Museo della Magna Grecia, chiuso per restauri in vista delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Tra i manufatti esposti, ci sono i preziosissimi Pínakes, ex voto offerti dai fedeli al tempio della dea Persefone, i piú importanti esemplari in tutto il mondo.
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