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LE Iene di Italia Uno sono partite all’attacco delle stellette dei 177 cappellani militari che costano allo Stato 17 milioni di euro. Nel corso di una puntata della trasmissione televisiva andata in onda martedì sera (GUARDA), Luigi Pelazza ha posto la questione all’ordinario militare italiano, carica che da poche settimane è ricoperta dall’arcivescovo reggino Santo Marcianò, in passato alla guida della diocesi di Rossano, in provincia di Cosenza.
Al centro della questione, l’inquadramento dei religiosi come ufficiali, che comporta uno stipendio allineato ai parametri dell’esercito e il conseguimento della pensione. Marcianò, in particolare, ha appena ottenuto il grado di generale di corpo d’armata. Secondo i dati di Pelazza ciò comporta un compenso da circa diecimila euro al mese. «Quando mi hanno detto che avrei preso uno stipendio – ha risposto Marcianò – ho deciso che avrei trattenuto per me solo i 1.200 euro che ho preso finora a Rossano, mentre il resto lo metterò su un fondo per la carità».
L’arcivescovo proprio martedì ha incontrato, insieme al suo predecessore Vincenzo Pelvi, il presidente della Repubblica Napolitano al Quirinale. E sempre sul Colle aveva partecipato all’incontro tra il capo dello Stato e papa Francesco, presentando il codex purpureus a nome della diocesi di Rossano (LEGGI). E’ stato il suo ultimo atto ufficiale come ordinario della comunità calabrese. E proprio all’inizio del suo mandato alla guida dei cappellani militari, su sollecitazione di Pelazza afferma di essere pronto a discutere con il ministro della Difesa Mauro: «Chi deve prendere in mano la questione degli stipendi ritengo sia il governo – afferma -. Noi preti non siamo fatti né per i soldi né per i gradi, lo dirò al ministro».
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