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CATANZARO – Dal Policlinico universitario giunge una nuova applicazione tecnologica che si annuncia come rivoluzionaria nella cura della retinopatia e delle patologie vascolari retiniche. Infatti, è attivo, da pochi giorni, presso la Clinica oculistica del Campus dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, diretta da Giovanni Scorcia, il Laser “Navilas” (Navigated Laser), che, secondo quanto spiegato dagli scienziati che l’hanno in uso rappresenta un sistema d’avanguardia per il trattamento delle patologie retiniche. 

Ulteriore elemento distintivo è dato dal fatto che il Laser “Navilas” è, al momento, l’unico nel Meridione d’Italia e costituisce l’ultima frontiera nella terapia laser retinica. Attraverso, infatti, questa “navigazione retinica laser assistita” si ottimizza il trattamento laser, migliorando qualitativamente il benessere e comfort del paziente. «Le opzioni terapeutiche – ha spiegato Giovanni Scorcia – riguardano tutte le patologie retiniche, comprendendo tra queste la retinopatia diabetica, le occlusioni venose e le patologie vascolari retino coroideali che sono tra le principali cause di cecità nel mondo industrializzato». 
L’attrezzatura “Navilas” è costituita da tre sistemi integrati fra loro che consentono di acquisire in maniera digitale le immagini retiniche, sia fluorangiografiche che a colori o ad infrarosso; pianificare in maniera computerizzata il trattamento laser sulle immagini registrate o importate da altri strumenti; effettuare la terapia laser panretinica o focale con altissima precisione. 
«Si tratta pertanto – ha proseguito Scorcia – di un ulteriore passo in avanti compiuto dalla Clinica oculistica del Policlinico universitario di Catanzaro, già all’avanguardia nella diagnostica strumentale e nella terapia chirurgica retinica e corneale. Tutto questo testimonia una realtà d’eccellenza nel panorama oftalmologico nazionale e un punto di riferimento ormai riconosciuto per il trattamento delle patologie retiniche. In questo modo l’auspicio è di contribuire concretamente alla riduzione dell’emigrazione sanitaria che in Calabria rappresenta oggi un capitolo di spesa importante nel bilancio sanitario regionale».
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