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Dopo la richiesta avanzata da Guido Bertolaso al Cdm di proclamare lo stato di calamita per la Calabria è arrivata subito la risposta del Consiglio dei Ministri, che ha approvato due stati d’emergenza per i gravi dissesti idrogeologici che hanno interessato la provincia di Messina e la Calabria nei giorni scorsi. Al fine di completare gli interventi di contrasto ai danni da inquinamento di suoli ed acque in Sicilia, nonchè per le avverse condizioni del gennaio 2009 in Calabria, il Consiglio ha prorogato gli stati d’emergenza già dichiarati a tal fine.
Intanto si apprende che i senatori Vincenzo Speziali, Antonio Gentile, Battista Caligiuri e Francesco Bevilacqua, hanno impegnato il presidente della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, Antonio D’Alì, a predisporre un sopralluogo tecnico nelle zone colpite dal maltempo.
«Le piogge degli ultimi mesi – afferma Speziali – hanno destabilizzato il substrato dell’Appennino calabrese costituito da rocce argillose e metamorfiche. L’occupazione delle superfici da parte dell’uomo è stata fortemente attiva ed ha contribuito, localmente, a destabilizzare le precarie condizioni morfologiche. Il 2009 e l’inizio del 2010 è stato il periodo più piovoso degli ultimi 150 anni e nella sola area di Catanzaro sono caduti, dal 1 al 15 febbraio, ben 230 mm di pioggia a fronte di una media pluviometrica di 108 mm. Sulla base di questi dati – aggiunge – è facile comprendere la gravità della situazione e la conseguente necessità di agire celermente con interventi mirati e concreti.
La disponibilità del presidente D’Alì a compiere il sopralluogo a Maierato e nelle contrade Piterà e Ianò di Catanzaro, appena le condizioni lo permetteranno, ed il rapido decisionismo mostrato dal Governo, sono segnali importanti. I disagi della popolazione e i tanti sfollati che ancora non sono potuti rientrare nelle proprie case non accettano ritardi. Eventi eccezionali- conclude Speziali – necessitano di risposte altrettanto eccezionali».
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