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La Guardia di finanza della tenenza di Corigliano Calabro, nel Cosentino, ha sequestrato beni per un valore di un milione e 400mila euro nell’ambito di una indagine sulla indebita percezione di contributi agricoli. Al centro dell’inchiesta c’è un uomo di 66 anni, R.G., che secondo le Fiamme gialle è legato al clan dei Carelli che opera nella zona.
Dai riscontri investigativi è emerso che l’uomo da diversi anni beneficiava di aiuti comunitari per la produzione di agrumi e di olio d’oliva, dichiarando alla Regione Calabria l’assoluta mancanza di pregiudizi a suo carico. In realtà, l’imprenditore agricolo di Corigliano Calabro era già noto alle forze dell’ordine da oltre un ventennio e sottoposto a sorveglianza speciale per associazione a delinquere di stampo mafioso.
È bastato produrre all’Agenzia generale per le erogazioni in agricoltura (Agea) una semplice autocertificazione sulla buona condotta piuttosto che ai numerosi precedenti per usura, estorsione ed associazione mafiosa, per beneficiare indebitamente di aiuti finanziari legati alle campagne agrumicole e olivicole degli anni compresi tra il 2004 e 2009.
La truffa ha consentito all’imprenditore agricolo di ottenere dalle casse dell’Agea, a scapito dei Fondi Europei, circa 100.000,00 euro, nonostante i rigori dei dispositivi delle norme antimafia. L’imprenditore, al termine delle attività ispettive, è stato quindi segnalato a piede libero alla Procura della Repubblica di Rossano per falso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sulla base degli elementi investigativi raccolti e segnalati dalle Fiamme Gialle, il sostituto procuratore della Repubblica, REMER, ha disposto il sequestro preventivo dei terreni nella disponibilità del soggetto artefice della truffa, anche allo scopo di garantire i crediti erariali scaturenti dall’indebita percezione dei contributi. Il provvedimento giudiziario è stato eseguito dagli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Corigliano Calabro che hanno sottoposto a sequestro 16 appezzamenti di terreno per la coltivazione di agrumi e di olive di proprietà dell’indagato, pari complessivamente a 70.000 metri quadrati, per un valore stimato di circa 1.400.000,00 euro.

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