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«Si torna a parlare in questi giorni dell’ormai ex ospedale di Gerace. In realtà – afferma la parlamentare Maria Grazia Laganà Fortugno del Pd – non si tratta altro che di una struttura mezza fatiscente, costituita di tre grandi padiglioni, capace al momento di accogliere vecchi rottami dall’Asl n. 9 di Locri. E pensare che doveva ospitare un polo geriatrico di ultima generazione per lungodegenza e riabilitazione. Una struttura costata all’erario nove miliardi e mezzo di lire all’epoca dei lavori, l’inizio dei quali risale a circa trentaquattro anni fa. Ora c’è chi vorrebbe dismettere tale struttura. Ma forse, coloro che hanno avanzato l’ipotesi della messa in vendita dell’immobile, non sanno o fanno finta di non sapere che è tuttora in vigore una norma regionale, la n. 29 del 7 agosto del 2002, che sancisce tra l’altro l’inalienabilità delle strutture immobiliari dei presidi ospedalieri in attività nonchè quelli di nuova costruzione o in fase di ultimazione, da considerare, quindi, patrimonio indisponibile. A proporre la stessa legge, è il caso di ricordarlo, è stato mio marito, Francesco Fortugno, all’epoca consigliere regionale della Calabria. Sarebbe opportuno – conclude – pensare all’inutilizzata struttura con un piano di rifunzionalizzazione adeguata, utile all’intero territorio e alle popolazioni della Locride, senza perdersi in controversie e questioni che non hanno alcunchè di produttivo. Da parte mia non posso che manifestare tutta la mia contrarietà all’ipotesi circolata di vendere la struttura, e difenderò l’applicazione il principio normativo citato a qualsiasi livello istituzionale».
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