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di GIANNI SILEO
AVIGLIANO – C’era tanta gente. Circa duecento persone. Per la sala consiliare comunale sono tante e sufficienti a testimoniare l’impegno che ha assunto Donato Salvatore, possibile candidato alla carica di sindaco: «Qualora dovessero mancare le intese, io deciderò con voi il da farsi». E il da farsi non l’ha mandato a dire: «Intendo restituire l’affetto e il sostegno che questa comunità mi ha dato in tutti questi anni». «La gente» appunto, come l’ha definita il moderatore dell’incontro, Lello Colangelo. Era quella che ha voluto incontrare ieri sera Donato Salvatore in un incontro pubblico nel quale ha presentato la sua candidatura. C’era una platea trasversale ad ascoltarlo e a proporgli idee, a chiedergli quale impegno vuole assumere per Avigliano. In oltre dieci interventi, nessuno ha criticato. Tanti si sono mostrati solidali, altri hanno posto questioni urgenti sul lavoro e i giovani, sui collegamenti verso e oltre le frazioni. Qua e là si scorgevano uomini delle istituzioni. Sono venuti da Potenza i consiglieri regionali Giacomo Nardiello (Pdci) e Gigi Scaglione (Popolari uniti). C’erano le forze politiche di Avigliano: Emanuele Gianturco (Idv) in seconda fila, Francesco Coviello (consigliere comunale dell’Udc), i suoi maggiori sostenitori, l’assessore Giannino Lorusso (Pdci), il consigliere del centrodestra Francesco Giordano. Del Pd si è intravisto il consigliere comunale Lorenzo Bochicchio. Poi tutto il gruppo dirigente del Psi, tranne Vito Bochicchio impegnato all’estero. Il format dell’incontro era a mo’ di talk-show. Tre poltroncine, un giornalista, tre piante, tra cui un tronchetto della felicità. Non si sa mai. I temi Salvatore li ha snocciolati volta per volta, spontaneamente all’inizio e su domande specifiche alla fine. Una notizia subito: «Non mi candido più a consigliere regionale». Quindi ecco temi di carattere politico e programmatico. «Occorre chiudere una fase e aprirne una nuova per questa comunità. Avigliano sta vivendo una condizione di precarietà e provvisorietà che l’ha portata anche a perdere il suo peso politico». La ricetta di Salvatore per “Avigliano del 2020” è racchiusa in due punti. Il primo, a suo parere, è immateriale: «Occorre un’opera di ricostruzione civile del sentimento della comunità». Accanto a questo «rilanciare i ceti produttivi per un suo sviluppo duraturo». Per fare questo occorre una “cesura col passato”. Nella composizione di un eventuale governo cittadino «dirò no a logiche di equilibrio» anche «perché non devo costruirmi una carriera politica». Ha annunciato «una forte spinta al rinnovamento” e ha anticipato che sceglierà la sua squadra di governo “pensando all’interesse generale e non al particolare, intervenendo con la pratica del decisionismo e non dell’attendismo». Sulla vicenda politica che lo contrappone al candidato del Partito democratico, Vito Summa, ha detto: «La mia candidatura nasce per unire una comunità. Summa è una risorsa per il nostro paese. Può trovare un’intesa con me».

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