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Sei indagati rimessi in libertà e cinque comunque scarcerati ma mandati agli arresti domiciliari. Sono queste le decisioni del Tribunale del riesame di Catanzaro, presieduto da Adalgisa Rinardo, nei confronti delle prime undici persone che hanno presentato ricorso contro l’ordinanza cautelare che le ha portate in carcere nell’ambito dell’operazione antidroga battezzata «Pony express». I giudici hanno revocato la custodia nei confronti di Juri Bartolotti, 34 anni, di Soverato (difeso da Sergio Callipari); Adalberto Candido, 39 anni, di Catanzaro (difeso da Danilo Iannello); Fabrizio Santo Critelli, 22 anni, e Stefano Critelli, 34 anni, entrambi di Catanzaro (difesi da Paolo Carnuccio); Giuseppe Posella, 24 anni, di Catanzaro (difeso da Nerina Chimirri); Claudio Raffaele, 44 anni, di Catanzaro (difeso da Arturo Bova). Misura degli «arresti a casa», invece, per Ernesto Bertucci, 29 anni, di Davoli (difeso da Attilio Matacera); Gino De Zerbi, 25 anni, di Catanzaro (difeso da Chimirri); Alison Macrì, 23 anni, di Catanzaro (difesa da Raffaele Fioresta); Pietro Tavano, 40 anni, di Soverato (difeso da Callipari); Giuseppe Scerbo, 32 anni, di Satriano (difeso da Bova). Tutti sono stati catturati nell’ambito del blitz scattato all’alba del 18 dicembre, per la notifica del provvedimento di custodia in carcere a 55 indagati, in gran parte zingari ritenuti esponenti della criminalità organizzata rom. L’operazione è stata diretta contro un traffico di droga tra il rione Scampia di Napoli e Catanzaro, ed il successivo spaccio nelle piazze della provincia, compreso il Soveratese, ma anche tra Napoli e Catania. Con l’inchiesta i carabinieri hanno ricostruito l’esistenza di quattro gruppi, facenti capo in prevalenza ai rom, i cui fornitori ufficiali della droga – eroina, ma soprattutto kobrett, ricavato dagli scarti della stessa sostanza – sarebbero stati i coniugi napoletani Fortunato Castaldo, 40 anni, e Rosa Alterio, 40. Sulla scorta degli elementi raccolti i sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo hanno chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari distrettuale, Tiziana Macrì, un’ordinanza cautelare a carico di decine di persone, sei delle quali, adesso, sono tornate completamente libere. (AGI) Ros/Cli 301822 DIC 09 (AGI) – Catanzaro, 30 dic. – Sei indagati rimessi in libertà e cinque comunque scarcerati ma mandati agli arresti domiciliari. Sono queste le decisioni del Tribunale del riesame di Catanzaro, presieduto da Adalgisa Rinardo, nei confronti delle prime undici persone che hanno presentato ricorso contro l’ordinanza cautelare che le ha portate in carcere nell’ambito dell’operazione antidroga battezzata «Pony express». I giudici hanno revocato la custodia nei confronti di Juri Bartolotti, 34 anni, di Soverato (difeso da Sergio Callipari); Adalberto Candido, 39 anni, di Catanzaro (difeso da Danilo Iannello); Fabrizio Santo Critelli, 22 anni, e Stefano Critelli, 34 anni, entrambi di Catanzaro (difesi da Paolo Carnuccio); Giuseppe Posella, 24 anni, di Catanzaro (difeso da Nerina Chimirri); Claudio Raffaele, 44 anni, di Catanzaro (difeso da Arturo Bova). Misura degli «arresti a casa», invece, per Ernesto Bertucci, 29 anni, di Davoli (difeso da Attilio Matacera); Gino De Zerbi, 25 anni, di Catanzaro (difeso da Chimirri); Alison Macrì, 23 anni, di Catanzaro (difesa da Raffaele Fioresta); Pietro Tavano, 40 anni, di Soverato (difeso da Callipari); Giuseppe Scerbo, 32 anni, di Satriano (difeso da Bova). Tutti sono stati catturati nell’ambito del blitz scattato all’alba del 18 dicembre, per la notifica del provvedimento di custodia in carcere a 55 indagati, in gran parte zingari ritenuti esponenti della criminalità organizzata rom. L’operazione è stata diretta contro un traffico di droga tra il rione Scampia di Napoli e Catanzaro, ed il successivo spaccio nelle piazze della provincia, compreso il Soveratese, ma anche tra Napoli e Catania. Con l’inchiesta i carabinieri hanno ricostruito l’esistenza di quattro gruppi, facenti capo in prevalenza ai rom, i cui fornitori ufficiali della droga – eroina, ma soprattutto kobrett, ricavato dagli scarti della stessa sostanza – sarebbero stati i coniugi napoletani Fortunato Castaldo, 40 anni, e Rosa Alterio, 40. Sulla scorta degli elementi raccolti i sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo hanno chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari distrettuale, Tiziana Macrì, un’ordinanza cautelare a carico di decine di persone, sei delle quali, adesso, sono tornate completamente libere.

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