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La Guardia di Finanza di Bergamo ha accertato una frode fiscale da 185 milioni riguardante il settore del riciclaggio di materiali ferrosi. L’indagine ha portato a sette indagati (sei bergamaschi e un lecchese), di cui cinque arrestati che dovranno rispondere dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, traffico illecito di rifiuti e occultamento di scritture contabili obbligatorie.
L’operazione, durata un anno e mezzo, è stata svolta in diverse province lombarde e in altre regioni (Lazio, Calabria, Puglia, Campania, Friuli Venezia Giulia e Toscana) e ha richiesto l’impiego complessivo di circa 80 uomini.
Il sodalizio criminale aveva base nella provincia di Bergamo, ma operava in tutto il Paese. L’attività illecita, che andava avanti dal 2004, ha permesso di individuare e sequestrare una struttura, a Cisano Bergamasco, che veniva utilizzata per la compravendita di rottami ferrosi, ma anche partecipazioni in società italiane e lussemburghesi, disponibilità finanziarie, conti correnti, immobili e auto per un valore complessivo di oltre otto milioni. In sostanza, il materiale veniva acquistato come rifiuto da smaltire, ma poi veniva rimesso sul mercato e destinato alle acciaierie, in spregio della specifica normativa ambientale, che prevede l’utilizzo dei formulari rifiuti. Tutto questo è stato realizzato mediante l’interposizione di società ‘filtro’.

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