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Il prossimo 11 gennaio scadrà il termine ultimo ed irrevocabile per stabilire se il Comune di Platì dovrà essere nuovamente commissariato o meno dopo le dimissioni del sindaco. Michele Strangio, primo cittadino platiese dal 7 giugno scorso, si è infatti dimesso dall’incarico la vigilia di Natale. Strangio ha motivato la sua decisione con l’impossibilità, per l’Ente, di poter contare su un segretario comunale visto e considerato che i sei segretari fin qui nominati dalla competente Agenzia hanno rinunciato all’incarico. Un consiglio comunale straordinario aveva trattato l’argomento alcune settimane addietro. Strangio ha detto che «non è una sconfitta bensì una presa di coscienza che un problema», apparentemente semplice, «diventa insormontabile». Michele Strangio, s’era candidato a sindaco nella lista civica «Platì per l’Europa» dopo tre anni di gestione commissariale straordinaria; il civico consesso era stato sciolto per condizionamenti mafiosi. Su 3.885 iscritti si erano recati alle urne 1.481 elettori, cioè il 38,12%. La compagine del primo cittadino, d’ideali socialisti, aveva ottenuto 949 suffragi (69,98%) ed 11 seggi; l’altra lista civica, «Per ripartire insieme, Platì-Cirella» aveva candidato a sindaco Rosario Sergi, d’ideali repubblicani, ed aveva ottenuto 407 voti (30,01%) e 5 seggi. Quest’ultimo, in un comunicato stampa ha riferito che «le dimissioni vengono poste in essere con un modus inusuale, senza convocare nemmeno la Conferenza dei Capigruppo» ed ha invitato il primo cittadino a ritirare le dimissioni pur comprendendo «che il gesto può nascere dallo scoramento e dall’impossibilità di poter produrre fatti e atti indispensabili». Sergi ha anche proposto un confronto pubblico per «l’azzeramento della Giunta e delle nomine negli Enti e contestuale nomina dei membri, espressione di tutti i consiglieri»; l’istituzione della «Commissione consiliare di garanzia e di controllo e del Nucleo di valutazione, ove mancante; di Gruppi di lavoro aperti alle Istituzioni, ai Partiti, alle Associazioni, alla Chiesa» che si occupino di «Istruzione, Cultura e Sport; Infrastrutture e Salute Pubblica; Amministrazione e Bilancio».
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