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La Polizia di Stato ha notificato l’avviso di conclusione indagini nei confronti di 41 indagati appartenenti al C.I.A. (Comitato Italiano Arbitri), organo tecnico della Federazione Italiana Pallacanestro, autori dei reati di abuso d’ufficio e frode in competizioni sportive commessi all’interno del mondo del Basket. Coinvolti i vertici, pro tempore, del Comitato Italiano Arbitri: il presidente, il responsabile del Settore Commissari Speciali, il designatore dei Commissari Speciali, e il designatore degli arbitri di serie C maschile, ai quali vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio e alla frode in competizioni sportive; mentre ai restanti indagati, i reati configurati sono l’abuso d’ufficio e frode in competizioni sportive a vario titolo e in concorso.
L’attività investigativa è stata condotta e sviluppata dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Reggio Calabria attraverso intercettazioni telefoniche, telematiche ed attività di polizia giudiziaria di tipo tradizionale, che, dopo due anni d’indagini aveva portato alla denuncia alla Procura di Reggio Calabria di 53 arbitri e commissari, appartenenti al CIA, organo tecnico della Federazione Italiana Pallacanestro.
I reati contestati di abuso d’ufficio e frode in competizioni sportive riguardano indagini che si riferiscono alle stagioni sportive 2007/2008 e 2008/2009, durante le quali erano state condizionate le graduatorie arbitrali, ma anche alcune gare del campionato di Basket, per le quali alcuni presidenti di squadre richiedevano l’invio di arbitri «compiacenti».
Gli arbitri e i commissari indagati, residenti in varie regioni italiane, appartengono alle categorie A dilettanti maschile – A1 femminile; B maschile-A2 femminile, C maschile – B Femminile.
Dalle indagini sviluppate è emerso che negli ultimi anni il sistema delle valutazioni degli arbitri era pesantemente condizionato dagli indagati che, già prima delle partite, stabilivano i voti da dare agli arbitri designati senza tener conto della prestazione che poi avrebbero effettuato, penalizzando gli arbitri non consenzienti alle loro indicazioni con la retrocessione e favorendo invece, quegli arbitri che si attenevano alle disposizioni ricevute.
Le indagini sono state avviate nella seconda metà del 2007, dopo che alcuni arbitri di Reggio Calabria, Caserta e Pesaro, danneggiati dal predetto sistema denunciavano attraverso l’invio di mail l’esistenza di un sistema corrotto da una organizzazione orientata a condizionare giudizi ed arbitraggi e a determinare promozioni e retrocessioni di compagini sportive.
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