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PIZZO – La Chiesa Cattolica riserva anche agli animali, in genere, una Benedizione particolare. Il Libro Benedizionale, infatti, contiene delle rubriche che ne danno la motivazione teologica, specie per quegli animali collegati alla vita o a qualche episodio particolare di alcune figure di Santi, come ad esempio Santa Rita (le api), Sant’Antonio Abate (il maiale), San Francesco di Paola (l’agnellino Martinello e la trota Antonella). Ma è il cane l’animale che si trova più presente nella tradizione del mondo dei Santi, fra i quali San Vito, San Giovanni Bosco e San Rocco. 
Ed è proprio in occasione delle celebrazioni religiose in onore di San Rocco di Montpellier, Pellegrino e Taumaturgo, e la cui ricorrenza liturgica cade il 16 agosto, che la città di Pizzo riserva un momento del tutto particolare e forse unico: una solenne cerimonia di Benedizione dei cani. L’originalissimo evento dedicato agli amici a quattro zampe, che rientra nell’ambito dei solenni festeggiamenti in onore del titolare della Parrocchia di San Rocco e San Francesco di Paola (elevata a Santuario Diocesano il 12 Maggio di quest’anno), guidata dai Padri Minimi Nicola Colao e Domenico Crupi, è in programma nella piazzetta adiacente al Santuario, a partire dalle ore 19:30 del 16 agosto, poco prima della suggestiva fiaccolata di preghiera con il sacro simulacro del Santo che verrà portato per le vie dell’antico borgo della cittadina tirrenica. Ad ogni cane benedetto verrà consegnata una medaglietta di San Rocco. 
La Benedizione dei cani nel giorno della solennità di San Rocco, trae origine dalla tradizione secondo la quale vi fu nella sua vita un episodio in cui egli ricevette aiuto da un fido cagnolino. Tutte le raffigurazioni del Santo, nato a Montpellier nel 1275, da quelle più semplici e più popolari a quelle dei più grandi maestri dell’arte, lo presentano in abiti da pellegrino ed accompagnato da alcuni simboli, fra cui un cagnolino, talvolta raffigurato mentre lecca le piaghe del Santo appestato, o il più delle volte accucciato ai suoi piedi con in bocca quel tozzo di pane che, secondo la tradizione, sottraeva ogni giorno alla mensa del suo padrone, Gottardo Pallastrelli, e con cui avrebbe provvidenzialmente nutrito il Santo durante la sua malattia. 
Colpito dalla peste, infatti, dopo aver distribuito i suoi averi ai poveri, San Rocco si rifugiò in una grotta dove sarebbe morto se quel cane non lo avesse salvato. Invece, guarì e divenne un pellegrino leggendario portando dappertutto il messaggio evangelico e la testimonianza della Fede, della Speranza e della Carità, fino al giorno della morte, avvenuta nel 1327 in carcere poiché sospettato di essere una spia. E’ d’uso chiedergli la protezione dei campi, degli armenti, della casa e viene invocato soprattutto da coloro che soffrono di male alle ginocchia. E Pizzo, città dove è molto importante il lavoro pastorale che stanno svolgendo i Padri Minimi attorno alla storica devozione dei pizzitani verso San Francesco di Paola, lo vuole pure ricordare anche come amico dei cagnolini, riproponendo l’antica usanza, rimasta in vigore fino agli anni ’50, di benedire, la mattina del 16 agosto, gli animali che venivano poi portati alla fiera. “La benedizione dei cani – afferma Padre Domenico Crupi – nasce dal desiderio di voler contribuire nel nostro piccolo ad una collaborazione con tutte quelle associazioni che promuovono il rispetto e l’amore verso la natura e le sue creature”. 

PIZZO – La Chiesa cattolica riserva anche agli animali, in genere, una Benedizione particolare. Il libro benedizionale, infatti, contiene delle rubriche che ne danno la motivazione teologica, specie per quegli animali collegati alla vita o a qualche episodio particolare di alcune figure di santi, come ad esempio santa Rita (le api), sant’Antonio Abate (il maiale), san Francesco di Paola (l’agnellino Martinello e la trota Antonella). Ma è il cane l’animale che si trova più presente nella tradizione del mondo dei santi, fra i quali san Vito, san Giovanni Bosco e san Rocco. Ed è proprio in occasione delle celebrazioni religiose in onore di san Rocco di Montpellier, pellegrino e taumaturgo, la cui ricorrenza liturgica cade il 16 agosto, che la città di Pizzo riserva un momento del tutto particolare: una solenne cerimonia di benedizione dei cani. 

L’originalissimo evento dedicato agli amici a quattro zampe, che rientra nell’ambito dei solenni festeggiamenti in onore del titolare della parrocchia di San Rocco e San Francesco di Paola (elevata a santuario diocesano il 12 maggio di quest’anno), guidata dai Padri Minimi Nicola Colao e Domenico Crupi, è in programma nella piazzetta adiacente al Santuario, a partire dalle ore 19:30 del 16 agosto, poco prima della suggestiva fiaccolata di preghiera con il sacro simulacro del Santo che verrà portato per le vie dell’antico borgo della cittadina tirrenica. Ad ogni cane benedetto verrà consegnata una medaglietta di san Rocco. 

La benedizione dei cani nel giorno della solennità di san Rocco trae origine dalla tradizione secondo la quale vi fu nella sua vita un episodio in cui egli ricevette aiuto da un fido cagnolino. Tutte le raffigurazioni del santo, nato a Montpellier nel 1275, da quelle più semplici e più popolari a quelle dei più grandi maestri dell’arte, lo presentano in abiti da pellegrino ed accompagnato da alcuni simboli, fra cui un cagnolino, talvolta raffigurato mentre lecca le piaghe del santo appestato, o il più delle volte accucciato ai suoi piedi con in bocca quel tozzo di pane che, secondo la tradizione, sottraeva ogni giorno alla mensa del suo padrone, Gottardo Pallastrelli, e con cui avrebbe provvidenzialmente nutrito il santo durante la sua malattia. Colpito dalla peste, infatti, dopo aver distribuito i suoi averi ai poveri, San Rocco si rifugiò in una grotta dove sarebbe morto se quel cane non lo avesse salvato. Invece, guarì e divenne un pellegrino leggendario portando dappertutto il messaggio evangelico e la testimonianza della fede, della speranza e della carità, fino al giorno della morte, avvenuta nel 1327 in carcere poiché sospettato di essere una spia. E’ d’uso chiedergli la protezione dei campi, degli armenti, della casa e viene invocato soprattutto da coloro che soffrono di male alle ginocchia. 

E Pizzo, città dove è molto importante il lavoro pastorale che stanno svolgendo i padri Minimi attorno alla storica devozione dei pizzitani verso san Francesco di Paola, lo vuole pure ricordare anche come amico dei cagnolini, riproponendo l’antica usanza, rimasta in vigore fino agli anni ’50, di benedire, la mattina del 16 agosto, gli animali che venivano poi portati alla fiera. “La benedizione dei cani – afferma padre Domenico Crupi – nasce dal desiderio di voler contribuire nel nostro piccolo ad una collaborazione con tutte quelle associazioni che promuovono il rispetto e l’amore verso la natura e le sue creature”. 

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