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di SARA LORUSSO
POTENZA – L’emendamento alla finanziaria a sostegno della città-istituzione
Il ruolo di capoluogo
Previsti 5 milioni di euro ogni anno per i costi sopportati
LA Regione «riconosce che il comune di Potenza sostiene ingenti oneri derivanti dalla sua funzione di capoluogo regionale». E per questo concede a Palazzo di città un contributo annuale di 5 milioni di euro, in modo continuativo. Almeno se l’emendamento proposto dal capogruppo del Pd di viale Verrastro, Erminio Restaino, e sottoscritto anche dai consiglieri regionali Emilia Simonetti (Prc), Giacomo Nardiello (Pdci), Donato Salvatore (Psi), Antonio Flovilla (Rosa Bianca), Luigi Scaglione (Popolari uniti), Roberto Falotico (Dec) passerà al vaglio del consiglio regionale durante il prossimo dibattito sulla finanziaria lucana. L’appello è anche agli altri colleghi dell’opposizione perchè raccolgano l’iniziativa. «Sono fiducioso», ha spiegato Restaino, ieri, nella conferenza stampa di presentazione dell’emendamento. Se non altro perchè «non si tratta di una questione campanilistica». Il punto di partenza è oggettivo: la città capoluogo sopporta spese legate alla gestione quotidiana della città, tra manutenzione delle strade, raccolta e smaltimento dei rifiuti, servizi scolastici, che non sono il frutto della semplice residenzialità. Proprio il ruolo di capoluogo, con la semplice presenza degli uffici regionali, dell’ospedale, del tribunale, delle scuole, di numerose istituzioni, richiama ogni giorno in città diverse migliaia di cittadini in più rispetto ai residenti. Tanto per essere espliciti, basta fare i conti con le cifre che riassumono l’apporto “esterno” in termini di trasporto: 30 mila auto oltre quelle dei residenti, 200 pullman extraurbani. E le casse comunali della spesa corrente (quella destinata alla manutenzione ordinaria della città) già pagano ogni anno una rata mutuo di 12 milioni di euro per sopperire al debito storico del capoluogo (in gran parte accumulato anche per i numerosi contenziosi da espropri finiti male negli anni).
«E’ oggettivo – spiega Restaino – l’impatto finanziario che che c’è sulla casse di Potenza» e che viene per una parte compensato dalle tasse, calcolate, però, solo sulla demografia residenziale. Certo, ci sono anche altre città che svolgono un ruolo «sovra-comunale», come Melfi o Matera che, con analoghe iniziative, pure potrebbero trovare sostegno. Ecco perché, ci tiene Restaino a ribadirlo, «non è un fatto campanilistico».
Piuttosto questo emendamento, con l’auspicio che troverà accoglimento, «è il tentativo di raccogliere il grido di dolore dell’amministrazione comunale “legata” in bilancio ingessato, che fatica a fronteggiare vere emergenze», rifiuti e trasporti gli esempi classici. Spesa corrente, non grandi opere. Così Luigi Scaglione (Pu) precisa che, con quel finanziamento “ad hoc” non si tratterà di dare concretezza «a idee fantasiose». Perchè «tutelare Potenza come città capoluogo significa tutelare l’intero territorio – aggiunge Simonetti – Anche nei confronti dei tagli che il governo centrale sta operando a danno del Mezzogiorno, soprattutto dei piccoli comuni». E qui cambia il punto di vista. Anche Falotico sottoscrive l’emendamento, sceglie «di non fare polemica». Come a dire, è vero quel taglio del governo agli enti locali, ma c’è anche la storia delle amministrazioni locali che pure fanno i conti con debiti ed errori pregressi. Allora, meglio pensare a un ruolo «di opposizione costruttiva, che non fa dell’ostruzionismi di principio – aggiunge Falotico – Ed è indubbia l’utilità di questa iniziativa, ma è necessario uno sforzo comune». Ovvero, l’istituzione «di un tavolo permanente di concertazione tra maggioranza e opposizione sulle priorità a cui dare risposta, sulle iniziative da costruire». L’approvazione dell’emendamento non è, così, «un atto di fiducia concesso senza rete». Servirà trasparenza e concertazione, che sia «concorso all’efficienza dei servizi della comunità e non un mero sussidio».
In attesa, il capoluogo spera.

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