2 minuti per la lettura
In politica ci può essere scontro, ma si devono rispettare le regole e l’arbitro. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, usa un paragone sportivo per spiegare ai giovani il concetto di «valori condivisi»: «l’avversario è tipico del gergo sportivo. Penso a Milan-Inter o a Roma-Lazio: ci si scontra ma si rispettano le regole del campionato, si rispetta l’arbitro».
Gianfranco Fini sta partecipando ad un incontro con gli studenti dell’Università della Calabria, ed ha spiegato agli studenti il significato del suo libro ‘Il futuro della libertà’, in cui sollecita la politica a un confronto culturale sui temi del futuro.
«La politica non può continuare a dilaniarsi su quel che eravamo o su quel che succede oggi – ha detto Fini – Altrimenti sarà compito dei giovani contestare la politica perchè non vive nella dimensione di oggi e di domani».
Il presidente della Camera ha affermato ancora che il limite della politica italiana oggi è che vive di «un eccesso di propaganda ed un deficit permanente di dibattito culturale».La politica, dunque, nel periodo post-ideologico, avrebbe dovuto sostituite la guerra tra nemici con il confronto tra avversari, che condividono valori comuni. Questi valori, per Fini, sono «i valori della prima parte della Costituzione».
«In Italia il crollo del muro ha alzato un pulviscolo post-ideologico, resta nel confronto italiano la tentazione ricorrente della delegittimazione. Gli ambiti prima della caduta del muro erano quelli degli amici-nemici. Fine delle ideologie significa passare dallo scontro con il nemico al confronto con l’avversario. Il nemico è quello che o lo uccidi o ti uccide, è tipico della guerra. L’avversario è quello che ti batte o lo batti tu. Ma nel rispetto di regole condivise, è un linguaggio tipico della competizione sportiva. La fine delle ideologie doveva valorizzare ciò che unisce».
Il presidente Fini mette in chiaro che non vuole parlare di «buonismo»: «la competizione ci deve essere altrimenti siamo al pensiero unico e alla società cloroformizzata. Ma mi piacerebbe un confronto tra culture politiche diverse su immigrazione e cittadinanza, religione, tradizione e costumi. Evidenziare ciò che unisce non vuol dire la notte in cui tutti i gatti sono del medesimo colore. Ma si devono evidenziare alcuni valori di fondo, quelli della prima parte della Costituzione, che sono valori fondanti».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA