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di GIOVANNI GUZZARDI
In questi giorni si sta svolgendo la transizione, denominata swich off (spegnere il segnale analogico), in Campania secondo un piano che in 15 giorni spegnerà definitivamente i segnali analogici in tutta la regione partenopea. Le province di Cosenza e Crotone passeranno al nuovo segnale nel secondo semestre del 2011 mentre il restante della popolazione calabrese dovrà attendere, con l’intera Sicilia, la fine del 2012, chiudendo di fatto l’intera transizione aperta nel 2008 con lo switch off della Sardegna. Da un recente studio, inoltre, è stato evidenziato che la Calabria è l’ultima regione d’Italia sul piano della digitalizzazione, oggi molti paesi calabresi non hanno una linea a banda larga e ricevono, ad esempio, l’Adsl solo grazie a gestori che forniscono un servizio satellitare, ma di fatto non possono affacciarsi interamente al mondo di Internet perché molti servizi, che la rete offre, non possono essere sfruttati per mezzo di queste connessioni. Per non parlare della fibra ottica, questa oggi si ferma in Campania, c’è da dire che anche la digitalizzazione… si è fermata a Eboli. Analogico vs digitale. Ma perché il digitale è migliore dell’analogico? Sebbene l’analogico sia più “naturale”, infatti gli uomini percepiscono suoni e immagini secondo questo sistema, nelle apparecchiature il digitale lo ha di fatto sostituito. Nelle telecomunicazioni, dalla nascita di Arpanet, padre di Internet, si utilizza una nuova commutazione in sostituzione a quella di circuito, dove il canale trasmissivo veniva interamente dedicato a una specifica comunicazione, la commutazione di pacchetto è molto più efficiente nonostante la maggior quantità di dati inviata, in quanto i canali fisici sono utilizzati solo per il tempo strettamente necessario. Inoltre, poiché ogni pacchetto porta con sé la sua identificazione, una rete può trasportare nello stesso tempo pacchetti provenienti da sorgenti differenti. Un pacchetto è composto da dati e quindi il segnale analogico deve essere campionato e convertito, così nasce il concetto di digitale. La digitalizzazione del segnale frammenta la curva analogica ma con adeguato campionamento si riesce a ricostruire l’immagine e il suono a una buona qualità; considerando il grado non elevato di percezione di occhio e orecchio. Non solo, grazie alla rappresentazione per mezzo di bit si possono applicare algoritmi per migliorare il segnale, ad esempio diminuendo il disturbo dovuto dal dispositivo o aumentare la luminosità e il contrasto in un’immagine. Ma la digitalizzazione permette ben altro, rendendo di fatto le prestazioni maggiori rispetto a quelle analogiche. Analogico bye-bye. Oggi il digitale, ovvero il segnale campionato e riprodotto sottoforma di bit, ha sostituito quasi tutti i segnali che si usavano un paio di anni fa. I dischi in vinile e le musicassette sono stati sostituiti da cd, le vhs da dvd, le macchine fotografiche a pellicola da fotocamere digitali, i telefoni e gli Etacs da telefoni Isdn, voip e cellulari. Tutti digitali… Ma la rivoluzione era solo all’inizio infatti con l’avvento della banda larga, il web è stato affiancato da altre piattaforme e protocolli per la trasmissione dell’informazione real-time (ad esempio una trasmissione video, dove le immagini arrivano con un flusso costante), per ultima, ma non per importanza, la digitalizzazione è arrivata alla televisione stravolgendo totalmente il panorama presente. La prima applicazione digitale nella Tv analogica è stato il servizio interattivo teletext (televideo, mediavideo, eccetera); la rivoluzione non si fermò qui, da un po’ di tempo il sistema è stato totalmente digitalizzato, rappresentando anche immagini e suono con il nuovo sistema. Oggi esistono diversi tipi di televisioni digitali quale la televisione via cavo, quella satellitare, quella che si appoggia a Internet (Iptv) e il digitale terreste (Dtt). L’introduzione della televisione digitale ha portato non pochi benefici: da un maggior numero di programmi disponibili alla possibilità di richiesta da parte dell’utente del programma desiderato (Vod, video on demand) e infine un minore inquinamento elettromagnetico. Ma i calabresi restano ancora in fila. La digitalizzazione oltre ai già citati servizi ha di fatto creato un nuovo settore nel web l’e-government (ovvero l’informatizzazione della pubblica amministrazione); questo processo consente di trattare la documentazione e di gestire i procedimenti con sistemi digitali, grazie all’uso delle tecnologie delle telecomunicazioni, allo scopo di ottimizzare il lavoro degli enti e di offrire agli utenti (cittadini ed imprese) servizi più rapidi e innovativi. In ogni parte d’Italia non si dovranno più fare file solo per ritirare un modulo, lo si potrà scaricare a qualunque ora su Internet! Ma tutto ciò sarà precluso ai cittadini calabresi; per il momento saremo costretti, ancora, a innervosirci in coda; ma di tutto questo non dovrebbero interessarsene i nostri rappresentanti politici nelle istituzioni?

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