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di ALFONSO PECORARO
POTENZA – Ma con chi abbiamo avuto a che fare? Se lo chiedono in tanti, avendo conosciuto due versioni di un presidente, comunque sia sempre al centro delle cronache sportive da tre anni e mezzo a questa parte. Nel bene e nel male.
L’ordinanza di arresto lo descrive come un’ingegnosa mente “diabolica e astuta”, chi lo ha conosciuto personalmente lo ha dipinto come affabile e generoso.
Tanta beneficenza, anche non pubblicizzata, o più nota come quella a favore di alcune scuole potentine o dei bambini sfortunati del Congo. Per non sottacere dei premi ricevuti dal Panatlhon di Potenza e da quello di Ravenna. Fair play, gioco calmo, pulito soprattutto, gli è stato riconosciuto. Come pulite sono uscite le casse societarie dopo gli accertamenti degli organi di controllo della Lega. Un merito. Un requisito di non poco conto che gli ha consentito di presentare una domanda di ripescaggio e di essere avvantaggiato rispetto a tutta una serie di società che, appunto, conti puliti e in ordine non ne avevano. A tal proposito, anche un gesto assolutamente generoso come quello di mettere a disposizione personalmente oltre un milione di euro per far ritornare a respirare aria di calcio alla squadra appena retrocessa. Una fideiussione a garanzia del suo impegno, del suo spendersi per il Potenza, sempre in prima persona. Il nostro dottor Jekyll.
Ma anche il nostro mister Hyde. Uno che ha fatto del calcio e del Potenza un’azienda, un’attività quotidiana, impegnativa e remunerativa a livello personale. Uno che le regole sportive le ha ignorate e ne ha pagato le conseguenze in prima persona. Il riferimento è al 65% del tempo della sua presidenza trascorso senza poter rappresentare la società: una serie di squalifiche anche per situazioni incredibili, come scrivevamo nella nostra edizione di ieri, che alla luce degli elementi resi noti dagli investigatori, fanno davvero il paio con una posizione negativa. L’esatto opposto di quella esaltata in giro per l’Italia, per il suo savoir fair e per la capacità di uscire con il petto in fuori da tutte le situazioni, anche quelle più difficili.
Ha fatto il giro del mondo, come testimoniano le colonne riservategli addirittura dalla versione internet del New York Times, la sua fotografia all’uscita dalla caserma dei carabinieri. Un sorriso tranquillizzante per chi cercava di carpirne un’emozione, o anche solo una battuta. «Tranquilli, tornerò presto», disse entrando nella macchina e, di fatto, stupendo tutti per questa sua capacità invidiabile di non reagire in maniera fragorosa agli accadimenti. Ma si può restare impassibili dinanzi a un arresto? Postiglione l’ha fatto, avrà pensato qualcuno, perchè ha la coscienza pulita e ne verrà fuori come ha fatto in altre circostanze.
Ma poi ti imbatti in quei racconti, nelle ricostruzioni minuziose di un disegno criminale, di pensieri foschi e cattivi, di malaffare che mai avresti pensato potesse appartenergli. Dottor Jekyll e mister Hyde.
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