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UNA MAIL lunghissima, che vi riportiamo integralmente a fondo pagina. La firma è di Luca Visentin, colui che il 28 ottobre scorso ha presentato ufficialmente al Grande Albergo di Potenza la sua volontà di acquistare la società rossoblu. Questa missiva elettronica è la risposta che i costruttori friulani (Luca e Simone) hanno inoltrato agli organi di informazione dopo la conferenza stampa di Postiglione, indetta mercoledi’ sera al ritorno dal mancato appuntamento romano. Tornano in ballo le storie dell’sms mai ricevuto e dei problemi personali di entrambi, ma ciò che conta davvero lo si legge nella parte finale.
Visentin ritiene la trattativa ancora aperta, ponendo le sue condizioni per proseguire. E’ una replica diretta alle parole del patron, che solo ventiquattro ore prima aveva messo severi paletti ad un’eventuale continuazione del discorso.
Proviamo a schematizzare. Postiglione ha concesso delega esclusiva allo studio legale Labonia – con sede a Salerno – per la ricezione di eventuali offerte formali di acquisto. L’attuale proprietario del Potenza ha inoltre specificato due requisiti essenziali per potersi sedere a tavolino con i suoi consulenti: sottoscrivere un patto di riservatezza sul contenuto della documentazione contabile e dimostrare di poter subentrare a lui nella fideiussione bancaria di un milione e centomila euro. Quella che in estate il patron ha erogato a garanzia degli stipendi dei tesserati, fideiussione obbligatoria per poter ottenere il ripescaggio in Prima Divisione. Particolare non chiarissimo a Visentin – da quanto emerge nella sua mail – visti i dubbi che il friulano pone in merito all’importo, ritenuto elevato. Postiglione, da attuale proprietario unico, la facoltà di dettare le regole del gioco ce l’ha tutta. Quel che sorprende nella lunga mail del potenziale acquirente è invece la ferma intenzione di porre condizioni. Luca Visentin spiega di “non voler girare mezza Italia” per una trattativa che, a suo dire, può andare avanti solo secondo le modalità a lui gradite. Il friulano torna a battere un tasto già caldo. Vuole trattare solo e soltanto a Potenza, vuole soprattutto incontrare di persona Postiglione prima di mettere in moto i rispettivi consulenti legali e commerciali.
Per Visentin, in sostanza, la trattativa è ancora aperta. Per Postiglione, formalmente, anche. Ma i due in questo momento parlano lingue diverse, soprattutto non dialogano tra loro ma utilizzano i giornali per la dialettica quotidiana intorno ad un affare fin’ora grottesco. Spazio alla telenovela, doverosamente, ne daremo ancora. Ma non possiamo omettere un punto di vista esterno, da osservatori interessati, che riscontra poche finalità costruttive nelle scaramucce tra due stimati imprenditori.
Postiglione ha replicato sinteticamente: “quello che avevo da dire l’ho comunicato in conferenza stampa, non accetto condizioni da nessuno e le condizioni mie le conosce Visentin come qualsiasi altro eventuale acquirente”. Il patron continua: “è arrivato il tempo di smetterla con i proclami a mezzo stampa, Visentin ha il mio numero di telefono e sa come rintracciarmi, ma soprattutto conosce la sede opportuna a cui rivolgersi se vuole realmente portare avanti la trattativa”. Resta il senso contorto di alcuni passaggi della mail: Visentin giudica “propizio” il momento che sta vivendo Postiglione, forse voleva dire altro. Come quando definisce “assurde” le condizioni da lui stesso poste. Probabilmente l’aggettivo aveva connotazione ironica, ma il passaggio poteva essere meglio chiarito.
Tirando le somme – in maniera sicuramente non definitiva – ci auguriamo qualcosa che superficialmente parrebbe contro i nostri interessi. Quando una trattativa è seria, se una trattativa c’è, stampa e tifosi devono saperne assai meno rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni. Le storie di sms inviati e perduti fanno scrivere e sorridere, ma deviano l’attenzione dalle questioni principali. Che di solito, se e quando c’è volontà, si concretizzano in silenzio.

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