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Il «modello Calabria» per l’accoglienza e contro l’intolleranza, trova attenzione al «X Summit dei Nobel per la Pace» sul tema «Abbattere i muri per costruire un mondo senza violenza» (con quattro declinazioni, disarmo, discriminazioni, povertà e omertà) che si è aperto questa mattina a Berlino al «Municipio Rosso», più noto come «Rotes Rathaus». Ne ha parlato, con intensa passione, il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero che ha raccontato le esperienze dell’accoglienza come opportunità di sviluppo, dell’integrazione dei rifugiati a Riace, a Caulonia e Stigliano, della comunità dei curdi a Badolato, del senso di ospitalità rintracciabile in ogni paese della Calabria che è stata a lungo terra d’emigrazione, dell’apprezzamento che la Regione ha ricevuto per la sua legge sull’accoglienza, indicata dal Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati come esempio da seguire per una normativa nazionale. «Voglio raccontare l’esperienza della mia Calabria – ha detto Loiero davanti ai Premi Nobel per la Pace e uomini delle istituzioni provenienti da tutto il mondo – una regione troppo spesso dipinta come fanalino di coda, capace invece di dare segnali di modernità e discontinuità rispetto al resto del Paese». Tra i segnali positivi Loiero ha spiegato come sia esaltante l’esperienza di accoglienza che è stata fatta in questi anni durante i quali le coste calabresi sono state interessate da flussi migratori provenienti dall’Africa e dall’Asia.
«La Calabria – ha ricordato Loiero – è situata nel sud più estremo dell’Europa ed è, per tale motivo, terra di approdo di tanti uomini e donne che fuggono da guerre e miseria e da noi cercano protezione: i rifugiati. Noi stiamo sperimentando l’accoglienza non solo come dovere etico e giuridico, imposto dalla nostra Costituzione, ma anche come opportunità per lo sviluppo locale. Stiamo sperimentando l’integrazione «dolce», non forzata, ma calibrata sulle esigenze del territorio, come alternativa al binomio immigrazione-illegalità, immigrazione-respingimento. Una scelta in controtendenza in questa Italia che si chiude, che alza nuovi muri». Loiero è intervenuto dopo i saluti del sindaco di Berlino Klaus Wowereit, del Presidente del Summit dei Nobel per la pace Mikhail Gorbachev, di Walter Veltroni, co-presidente del Summit, di Josè Manuel Barroso presidente della Commissione Europea.
Loiero, si è soffermato sul «modello Calabria» per abbattere i muri dell’intolleranza. «Perchè abbatterli? Perchè abbiamo il dovere – ha spiegato Loiero – di difendere il valore essenziale della dignità umana, perchè ciascuno di noi può trovarsi dall’altra parte, perchè non farlo vuol dire restare indietro: il mondo è già insieme, sono le politiche che vanno in senso contrario». Questa «piccola storia di una regione marginale», una regione che per vari motivi – storici geografici, culturali – ha scelto di considerare l’immigrato come una risorsa e non come un costo sociale, ha strappato un applauso scrosciante dei presenti nel grande salone del Municipio Rosso di Berlino. «Io spero – ha concluso il presidente Loiero – che il modello Calabria possa essere esportato anche altrove, che possa diventare «contagioso».
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