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Le indagini che hanno portato al sequestro anticipato di beni per cinque milioni di euro a Domenico Crea ed ai suoi familiari trae origine dall’omicidio di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale ucciso a Locri il 16 ottobre 2005. Per quella inchiesta Crea non è stato indagato.
Gli elementi raccolti, tuttavia, hanno portato all’inchiesta “Onorata sanità» su presunti intrecci tra politica e ‘ndrangheta nella gestione del settore della sanità nel reggino, per la quale Crea fu arrestato nel gennaio 2008, consentendo, secondo gli investigatori, di evidenziare l’operatività di un’associazione mafiosa finalizzata al controllo elettorale, anche in occasione delle regionali del 2005, ed alla gestione amministrativa del comparto della sanità pubblica e privata.
Le indagini, secondo l’accusa, hanno documentato le attività di alcuni dei principali «locali» di ‘ndrangheta della zona jonica di Reggio Calabria, tra cui la cosca Morabito-Zavettieri, impegnati per sostenere la candidatura di Crea. Tra i reati ipotizzati in quella inchiesta, vi sono anche truffa, falso, abuso d’ufficio ed altro, posti in essere nella gestione della clinica privata «Villa Anya», di proprietà della famiglia Crea, già posta sotto sequestro cautelare il 28 gennaio 2008.
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