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di LUCIANO CONTE
Sarà istituito con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, dopo la ratifica ceca e sostenuto da una risoluzione del Parlamento, il Servizio europeo di azione esterna (SEAE), che assisterà l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, composto da funzionari della Commissione europea, del Consiglio e degli Stati membri.
La risoluzione approvata auspica vivamente «un piano completo, ambizioso e consensuale per la creazione del SEAE», per quanto riguarda l’organizzazione e il funzionamento, raccomandando «di evitare di perdere tempo prezioso in controversie politiche per la forma che il SEAE dovrà assumere».
Ricordando che l’istituzione del SEAE «deve prevedere anche un accordo sugli aspetti di bilancio», il Parlamento europeo ribadisce la propria determinazione «ad esercitare appieno i propri poteri di bilancio» e sottolinea che il Servizio «deve rimanere totalmente sotto il controllo dell’autorità di bilancio». Secondo il Parlamento, inoltre, le delegazioni della Commissione esistenti in paesi terzi, gli uffici di collegamento del Consiglio e, per quanto possibile, gli uffici dei rappresentanti speciali dell’Ue, «dovrebbero essere unificati per formare “ambasciate dell’Unione” ed essere diretti da funzionari del SEAE», che risponderebbero al vicepresidente / Alto Rappresentante dell’Ue. Il SEAE, peraltro, dovrebbe provvedere a che nelle delegazioni dell’Ue figurino persone di collegamento per garantire la cooperazione con il Parlamento europeo (per esempio per promuovere i contatti parlamentari nei paesi terzi). Le ambasciate dell’Unione in paesi terzi dovrebbero fornire «sostegno logistico e amministrativo ai membri di tutte le istituzioni dell’Unione», esaminando la possibilità che il personale delle ambasciate dell’Unione distaccato dai servizi consolari nazionali «possa assumere gradualmente, in aggiunta alle sue attività politiche ed economiche, funzioni consolari per i cittadini di paesi terzi e funzioni attinenti alla protezione diplomatica e consolare dei cittadini dell’Unione in paesi terzi». La risoluzione del Parlamento prevede, anche, l’istituzione di una Scuola europea di diplomazia che possa fornire «una preparazione basata su programmi di studi armonizzati e uniformi, comprendenti una formazione adeguata nelle procedure di consolati e legazioni nonché in materia di diplomazia e relazioni esterne», da affiancare alla conoscenza della storia e del funzionamento dell’Unione europea.
L’organizzazione e il funzionamento del SEAE è funzionale al «mantenimento e all’ulteriore sviluppo del modello comunitario nel settore delle relazioni esterne dell’Unione», tanto che viene sollecitata l’integrazione nella struttura amministrativa della Commissione, per «migliorare la coerenza dell’azione dell’Unione e la sua rappresentanza nelle relazioni», trasferendo al SEAE «soprattutto i servizi che si occupano di relazioni esterne in senso stretto». Nel contempo, nei settori in cui la Commissione dispone di poteri di esecuzione «occorre preservare l’integrità delle attuali politiche comunitarie», «cercando di evitare duplicazioni» e proponendo un modello specifico per i dipartimenti interessati. Una tutela fortemente sottolineata che aumenta il ruolo del Parlamento nella U.e., che ha bisogno con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona di maggiore integrazione e politica unitaria.

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