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Si sono svolte oggi, davanti al tribunale della libertà di Catanzaro, le prime discussioni dei ricorsi presentati avverso l’ordinanza con la quale è stato interdetto lo svolgimento dell’attività forense a 39 persone, coinvolte nell’inchiesta della Procura del capoluogo su una presunta compravendita di esami universitari all’Ateneo Magna Graecia. Bisognerà attendere ancora, comunque, per conoscere la decisione dei giudici in merito alle richieste dei difensori, che hanno impugnato il provvedimento col quale il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Antonio Saraco, ha respinto tutte le istanze di revoca della misura cautelare avanzate al termine degli interrogatori di garanzia, ritenendo che non sia mutato il quadro indiziario. Gli indagati, secondo le accuse formulate dai sostituti procuratori Salvatore Curcio e Paolo Petrolo, titolari delle indagini, avrebbero conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro attraverso la falsa attestazione del superamento di esami ottenuta dietro corrispettivo in denaro, e sono accusati di corruzione e falso materiale e ideologico in atti pubblici per indurre in errore l’Ateneo, parte offesa nel procedimento.
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