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di PINO SURIANO
Non sembra avere le caratteristiche del “controllo ordinario” la costante presenza della Guardia di Finanza nel centro Enea di Rotondella. Il Quotidiano ne aveva già dato notizia nei giorni scorsi, riferendo delle numerose ispezioni e richieste di documentazione amministrativa di vario genere. Quelle visite si sarebbero protratte, sporadicamente, anche nei giorni successivi, di sicuro fino a ieri mattina. Gli ufficiali hanno continuato a chiedere carte e informazioni presso l’ufficio del personale, l’infermeria e altri uffici. C’è di più. Alcuni operatori del centro sarebbero stati addirittura sentiti a Policoro presso gli uffici della Gdf. Tra questi, secondo voci non ufficiali, anche un medico, il professionista esterno (non è un dipendente Enea), che ha il compito di predisporre il Piano di controllo sanitario dei lavoratori, sulla base delle specifiche mansioni svolte e dei conseguenti rischi per la salute. Insomma, l’attenzione non sembra essere quella di un normale controllo, ma somiglia molto di più a un’indagine con obiettivi definiti, presumibilmente legati alla sfera amministrativa. E poi c’è una cosa che sanno tutti: all’Enea non c’è un bel clima. Nelle scorse settimane, occupandoci della vertenza dei lavoratori delle pulizie, avevamo raccolto le lamentele di molti di loro per il trattamento ricevuto da altri operatori del centro. E più di qualcuno aveva posto l’accento sugli sprechi in alcuni settori e le conseguenti “restrizioni” in altri. Non solo. Si dice che in alcuni dipartimenti siano di casa, tra colleghi, il pettegolezzo, la diffidenza e la calunnia. Non si può e non si deve generalizzare, ma è un quadro che sembra avvalorare la voce, diffusa all’interno del centro, ma senza conferme ufficiali, che le indagini abbiano preso il via da una lettera anonima, che avrebbe allertato la Guardia di Finanza. Un’informativa senza nome, ma probabilmente piuttosto dettagliata, se ha potuto catturare l’interesse degli ufficiali. Chi l’abbia inviata e perché non è chiaro. E forse non lo sarà mai. E’ probabile, però, che sia arrivata dall’interno del centro, da qualcuno capace di circostanziare le accuse, con il presumibile interesse a colpire qualche “avversario”. C’è da sperare che il fatto non si tramuti in una reazione a catena di ricatti e delazioni, sulla scia degli avvenimenti che stanno avvelenando in queste settimane la scena politica e giornalistica nazionale. E’ nell’interesse di tutti che i contorni della vicenda siano chiariti al più presto.
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