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di FELICE BELISARIO
Caro Direttore,
nelle edizioni del 27 settembre e del 6 ottobre del “Quotidiano”, in due editoriali con la stessa firma sbattuti scientemente in prima pagina, si è pensato bene di gettare un po’ di fango sull’Italia dei Valori e anche su di me.
Ho atteso qualche giorno per rispondere; prima ho voluto verificare se gli articoli fossero un mero esercizio stilistico, ovvero contenessero il preciso tentativo di destabilizzare l’IdV lucana. La risposta è contenuta nelle riflessioni seguenti. E’ stata presa a pretesto un’inchiesta di MicroMega per scrivere, in maniera parziale e incompleta, della situazione del partito in Basilicata, sostenendo che io sarei uno dei cosiddetti inciucisti (gramigna da estirpare) che avrebbe contribuito a determinare il pesante gap tra risultato elettorale europeo e quello amministrativo. Negli articoli del Tuo giornale, però, quando vengo citato, si omette di ricordare un dato essenziale. Il giornalista di MicroMega, infatti, nemmeno una volta parla della Basilicata nelle 27 pagine (27!) della sua inchiesta, in cui pure passa al setaccio i presunti casi critici dell’Italia dei Valori sul territorio nazionale. Per un articolo che indaga il partito fin dentro le sue viscere, citando casi di (presunto) malcostume anche in piccoli paesi, non aver avuto nulla da dire sull’IdV lucano non può essere una dimenticanza. Io vengo citato solo per questioni inerenti la Puglia. Si tratta chiaramente di palesi fantasie visto che il mio ruolo di commissario in Puglia si è esaurito nel 2005 e che i fatti che mi sono addebitati, e a cui sono assolutamente estraneo (come ha confermato il Presidente del mio partito in un’intervista concessa a “LA STAMPA” il 26.09.09), si riferiscono a un periodo successivo. La tutela del mio nome, poiché nulla di quanto riferito da MicroMega risponde al vero, è quantomeno prioritaria e avverrà in tutte le sedi. Ma c’è un altro dato che mi pare opportuno sottolineare: è assolutamente normale che tra elezioni europee e amministrative vi sia una differenza di consensi. Queste ultime, specie al Sud, sono sempre condizionate da innumerevoli liste civiche che portano via voti a tutti i partiti nazionali, mentre alle europee il voto è per certi versi più libero, quasi ideologico. Certamente, nel caso dell’IdV, con candidature di alto profilo e spesso fuori dagli schemi, il risultato ha confermato un dato tendenziale già presente in tutti i sondaggi dopo le elezioni del 2008. È comunque indiscutibile che alle amministrative, dove pure il risultato è stato nettamente migliore delle precedenti, qualcosa di più si poteva ottenere con liste più competitive. Infine, negli articoli pubblicati dal Tuo giornale, quella che è dialettica politica viene chiamata “inciucio”. In Basilicata, all’interno dell’Italia dei Valori, è in atto un confronto, che ultimamente ha assunto toni aspri, sulla forma partito, sui contenuti e sulle alleanze. Nulla a che vedere con gli inciuci: semplicemente un dissenso radicale, tutto politico, tra quanti, come me, sono in completa sintonia con la linea nazionale del partito, e chi, invece, pensa di fare politica nell’IdV con filiere di tessere, faziosità, accordi sottobanco ed altro ancora. In questo contesto la cosiddetta società civile, che pretenderebbe di aver da sola portato il partito al 12,3 per cento, si limita a prendere posizioni sulla stampa, a scrivere qualche e-mail di protesta o a invocare l’intervento del demiurgo di turno. È chiaro che un partito in forte crescita deve saper affrontare i problemi e risolverli al suo interno. Ci stiamo provando. Per me parla la mia trasparente storia personale, professionale e politica, tutta fondata sulla lotta all’illegalità, al conflitto di interessi e al malaffare in politica. Su questo sono pronto al confronto con tutti. E’ chiaro che, per le falsità e i giudizi che ritengo lesivi della mia immagine e del mio onore pubblicati dal Tuo giornale, sono costretto a tutelarmi in modo puntuale e incisivo. Sono certo che non me ne vorrai. D’altra parte, e conoscendoTi l’ho trovato strano, sarebbe bastata una Tua telefonata per verificare se quello che stava per essere pubblicato era, dal mio punto di vista, corretto o meno. Invece, evidentemente, essendo la linea editoriale del Tuo giornale in perfetta sintonia con quanto riportato negli articoli, hai ritenuto di assecondare le affermazioni in essi contenute. ChiedendoTi di pubblicare questa mia rettifica nei modi previsti dalla normativa vigente, Ti invio i miei migliori saluti.
LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DEL QUOTIDIANO
Caro senatore, Ti ho molto apprezzato quando hai indossato la coppola storta davanti a Montecitorio per sbeffeggiare l’attuale governo, mi dispiace che quel copricapo ti sia rimasto metaforicamente in testa per ammonire la libera stampa. Che Micromega faccia le pulci ai dirigenti di Italia dei Valori è una notizia che non può essere ignorata. Se poi il capogruppo a Palazzo Madama venga messo nel mirino dall’organo di rappresentanza ideologico del legalitarismo italiano non è fatto da mettere sotto i tappeti. Non siamo soliti indossare magliette e scegliere fazioni. Tanto meno per le guerre interne di Italia dei Valori. Abbiamo ospitato gli articoli di Anna Rivelli in prima pagina secondo una nostra gerarchia. Il Quotidiano della Basilicata è un luogo aperto che favorisce la discussione e il confronto tra le diverse posizioni. I nostri cronisti a volte hanno incontrato difficoltà ad ottenere tuoi virgolettati e abbiamo rispettato questa scelta, perché un politico è ovviamente libero di determinare la sua comunicazione. Ma non può determinare quella dei giornali. Le tutele cui alludi non m’impensieriscono. Mi fanno un po’ sorridere. Perché ricordano quelle del presidente Silvio Berlusconi nei confronti degli illustri colleghi di Repubblica e Unità. Risulterebbe comico che il capogruppo romano del più ferreo partito d’opposizione abbia atteggiamenti da imperatore nella sua regione.
p. l.
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