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«E’ notizia di questi giorni che una nave sarà dedicata all’indagine sui fondali di Cetraro. Io apprendo con felicità dell’invio di un’altra nave ma a questo punto vorrei sapere cosa verrà a fare. Mi auguro non sia solo un’indagine identificativa, perchè non abbiamo nessuna curiosità sulla identità di questa nave. Noi vogliamo che si recuperi il materiale contenuto nei fusti, con le dovute accortezze». L’assessore all’Ambiente, Silvio Greco, commenta così la notizia dell’invio da parte del Governo di una nave geostazionaria a largo di Cetraro per fare luce sulla natura del contenuto dei fusti a bordo della cosiddetta «nave dei veleni». «Però – aggiunge Greco – la Calabria vuole partecipare alle operazioni; noi vogliamo conoscere in dettaglio i protocolli che si intendono fare. Vogliamo partecipare così come stiamo facendo a terra, dove c’è una piena sintonia con il direttore Lupo, c’è l’Arpacal che si sta occupando con l’Ispra del piano di caratterizzazione, ci sono i tecnici dell’amministrazione regionale che possono seguire direttamente le attività e partecipare. Mi auguro che ci sia un intervento risolutore e non dei palliativi». L’Assessore poi si è soffermato sull’incontro di Roma con il sottosegretario all’Ambiente e al quale sarebbero stati presenti esponenti del Pdl, insieme al sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta, e all’Assessore al Commercio del comune tirrenico, Ermanno Cennamo. «Leggo dalla stampa che a questo incontro hanno partecipato esponenti del Popolo delle Libertà. Noi non facciamo certo un problema di appartenenza politica rispetto a questo problema – ha detto l’Assessore Greco – però vorrei ricordare ai cittadini calabresi chi è che si sta muovendo e chi invece non sta facendo. Non si può pensare che siamo tutti uguali.» Infine l’Assessore all’Ambiente ha ricordato il suo incontro con il Commissario europeo all’Ambiente , Stavros Dimas: «Sicuramente sono soddisfatto dell’incontro di con il commissario Dimas che ha dimostrato innanzitutto di sapere di cosa si sta parlando. Sapeva nei dettagli i problemi che i pescatori, la città di Cetraro e i cittadini calabresi hanno, le paure, le ansie che sta creando questa vicenda. Questo ha dimostrato – ha concluso Greco – come l’Unione Europea rappresenti davvero un posto in cui le amministrazioni periferiche possono trovare delle risposte. Mi dispiace che lo stesso non si possa dire del Governo italiano».
Nel frattempo una nuova riunione operativa, nell’ambito delle indagini relative al ritrovamento della cosiddetta “nave dei veleni”, al largo di Cetraro, si è tenuta oggi, alla Procura della Repubblica di Catanzaro, tra il procuratore Vincenzo Lombardo, l’aggiunto Giuseppe Borrelli, titolare delle indagini, ed i vertici della Direzione marittima Calabria, nella persona del comandante Vincenzo De Luca, e di altri Uffici circondariali marittimi.
Le indagini proseguono a ritmo serrato e, anche per via delle rassicurazioni avute dal Ministero circa un proprio intervento che dovrebbe avvenire a giorni, già nella prossima settimana potrebbero arrivare le prime risposte certe sull’intera vicenda. Risposte che, per cominciare, si baseranno su rilievi video e fotografici i quali dovranno chiarire non solo l’esatta forma del materiale presente a bordo del relitto, ma anche se quest’ultimo possa ragionevolmente ritenersi quello della nave Cunsky, che secondo le iniziali ipotesi costruite dalla procura di Paola – prima che il fascicolo fosse trasmesso alla Dda per competenza – potrebbe essere stato affondato dalla ‘ndrangheta su commissione, con un carico di rifiuti radioattivi. Seguiranno comunque, le analisi sui campioni che la task force del mnistero dell’ambiente recupererà.
Nessuna ulteriore indagine, inoltre, è stata avviata per il momento, al di là delle segnalazioni che giungono da più parti in quella che, è l’augurio anche delle Istituzioni, si spera non diventi una psicosi senza concreti elementi a suo fondamento. Un monitoraggio il più possibile completo dei relitti sospetti presenti lungo le coste sarà infatti eseguito, nel prosieguo dell’attività di indagine. Per il momento, comunque, gli sforzi sono concentrati sulla vicenda che riguarda il mare di Cetraro, nell’ambito della quale non è escluso che, se sarà ritenuto necessario, si tenterà nuovamente di sentire il pentito Francesco Fonti – il quale, dopo essere stato lungamente affiliato alla malavita di San Luca, anni fa parlò di presunti affondamenti di navi dei veleni – che, convocato nei giorni scorsi a Roma dai magistrati della Dda di Catanzaro e Reggio Calabria, assente per motivi di lavoro il suo difensore Claudia Conidi, ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.
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