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SECONDA trasferta e seconda sconfitta per il Melfi. Bottino magrissimo a cui si aggiungono i due pareggi interni che di certo non aumentano l’allegria in casa federiciana. L’inizio di torneo, onestamente non è stato dei più incoraggianti. Stesso copione di dodici mesi fa, quando l’allora Melfi di Palumbo, raggranellò lo stesso numero di punti in quattro partite. Poi quella squadra seppe imporsi alla quinta giornata al Valerio, contro il Lamezia. Un auspicio per domenica prossima, anche se il Siracusa è ben altra cosa rispetto ai lametini retrocessi lo scorso campionato. Contro la Scafatese, altra formazione di modesta levatura, il Melfi è apparso sotto tono, specie nel primo tempo, giocato male ed interpretato peggio. Ancora una volta un approccio al match tenero, spaesato, poco consone ad un torneo, dove grinta, determinazione ed agonismo devono necessariamente essere patrimonio indispensabile per una squadra che deve salvarsi. Ed invece la prima frazione è stata regalata agli avversari, da parte di un Melfi che deve immediatamente calarsi nella categoria dove è chiamato a giocare, onde evitare altre brutte sorprese. Il girone meridionale di Seconda Divisione è un torneo dove spesso, la clava ha la meglio sul fioretto e dove si gioca con il coltello fra i denti. Su di un campo maggiormente simile ad un terreno da coltivare che non ad un manto da gioco, Il Melfi ha faticato ad impostare la propria azione, anche grazie al pressing ed al dinamismo di una Scafatese, umile, non particolarmente baciata dalla grazia, ma fiera battagliera. Virtù che sono mancate al Melfi, poco aggressivo e mordente a centrocampo. La conseguenza è stata una squadra lunga, slegata, con una linea mediana by – passata dai lanci avversari. Inoltre fisicamente questa squadra pecca in centimetri e potenza, con il risultato che se non si riesce a metterla sulla tecnica, si va in affanno e si soccombe. Poi vi è l’aspetto caratteriale, al momento altra nota dolente. La reazione al gol avversario è arrivata solo nel finale di gara, quando si poteva anche pareggiare con maggiore fortuna, componente che in questo frangente, sembra estranea ai gialloverdi. La squadra difetta di personalità, di carisma. Mancano gli elementi che prendano per mano la squadra nei momenti bui, tirandola fuori dalle difficoltà. Insomma carenza di leader. Uno potrebbe risultare El kamch, che domenica finalmente rientra. La sua assenza è pesantissima per questo Melfi che in organico non annovera giocatori in possesso delle caratteristiche per non fa rimpiangere il marocchino. A Scafati la partita di Marino è durata solo 25 minuti. Una bocciatura senza scusanti ed attenuanti. Troppo lento ed impacciato per poter ambire ad un ruolo importante in questa squadra. D’Andria, Mitra, Bulla e Dentamaro, hanno altre qualità, non certo quella di saper dettare i tempi. Occorre trovare la quadratura a centrocampo, il reparto che necessità di maggiore crescita. Strutturalmente questa squadra non è stata costruita benissimo, ma ha doti che la possono salvare. Con El kamch ed un Mitra dei tempi d’oro, si può fronteggiare chiunque, ora che anche la difesa da segni di risveglio. Non si è ancora a livelli precisi e puntuali, ma si sta migliorando. Senza dimenticare che c’è sempre un certo Gabrieli, che resta elemento che potrà tornare molto comodo. L’obiettivo è riuscire a chiudere una partita senza subire gol. Magari iniziando già da domenica con il Siracusa di Sonzogni.

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