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Idrocarburi nella Locride, sversati in mare. Cumuli di catrame davanti ai lidi a Locri, arenile delimitato a Siderno, vietato fare il bagno a Roccella Jonica, ecco che cosa è accaduto il giorno dopo lo sversamento di catrame in mare. Tempestivi gli interventi di disinquinamento, ma molti turisti sono andati via.
Il disastro è stato provocato da una nave pirata, non ancora identificata, che ha ripulito la stiva gettando in mare due giorni fa catrame, petrolio. Per capire identificare i responsabili sono stati utilizzati elicotteri e mezzi navali per monitorare la zona. Utili alle analisi saranno le foto scattate dai satelliti.
Per ora si cerca di fare di tutto per ripulire l’arenile, per evitare altri danni. Ieri intanto l’assessore regionale Silvio Greco ha monitorato le operazioni di emergenza insieme alla Protezione Civile e sul posto è arrivato anche il governatore della Calabria, Agazio Loiero che, appena sceso dall’elicottero della Protezione Civile ha rassicurato: «È stato sventato un disastro ambientale. Abbiamo fatto un giro di perlustrazione in elicottero e ci ha consolato che il mare non presenta chiazze, ma solo per caso».
Intanto tre tartarughe, spiaggiate nelle ultime 48 ore sul litorale ionico calabrese, tra Roccella Ionica e Locri, sono morte soffocate dal catrame . Lo hanno reso noto gli operatori del Centro recupero tartarughe marine di Brancaleone (Reggio Calabria) che sono intervenuti con la Capitaneria di Porto di Roccella Ionica, i veterinari dell’Azienda sanitaria di Locri e alcuni volontari. Il decesso dei tre esemplari è avvenuto, secondo i sanitari, a causa dell’occlusione delle vie respiratorie. Altre tre tartarughe, ancora in vita, sono state portate nel centro Tartanet dove sono state ripulite del catrame e assistite e sono attualmente sotto osservazione.

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