X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Rito abbreviato per 18 persone. Si tratta dei soggetti coinvolti nell’inchiesta su presunti illeciti connessi alla realizzazione del «Paese albergo» a Davoli, nel catanzarese, nei confronti delle quali l’allora pm Luigi de Magistris avanzò una richiesta di rinvio a giudizio per reati che, complessivamente, vanno dal concorso in due distinte ipotesi di abuso d’ufficio, violazioni edilizie, concorso in una truffa aggravata da 4 milioni di euro nell’ambito del Programma operativo regionale (Por) 2000-2006.
La decisione del gip di Catanzaro Camillo Falvo di procedere con i riti alternativi è stata presa oggi. In caso di condanna comportano lo sconto di pena di un terzo. Il tutto è stato rimandato al 19 novembre.
L’inchiesta, condotta dai militari dell’Arma dei carabinieri, comprende i nominativi di diciotto indagati, fra cui Cosimo Femia (in foto), nella sua qualità di sindaco di Davoli, dall’aprile 2000 alla guida una Giunta espressione di una lista civica di centrosinistra; il responsabile dell’ufficio tecnico dello stesso Comune, Carmelo Di Iorgi; cinque assessori della sua giunta (fra cui alcuni che lo erano all’epoca dei fatti e altri ancora in carica); alcuni funzionari regionali e due dirigenti che si sono succeduti alla guida del dipartimento Attività produttive, Guglielmo Grillo e Ferdinando Barilaro.
Il progetto, che prevede la ristrutturazione e riqualificazione del centro storico da trasformare in complesso turistico, ha ottenuto fra l’altro erogazioni pubbliche per circa 4 milioni di euro nell’ambito del Por 2000-2006. Soldi che, secondo gli investigatori, sarebbero stati sborsati ingiustamente, grazie a precisi artifici attuati dagli interessati per aggirare ostacoli che altrimenti ne avrebbero impedito il conseguimento.
Le indagini, partite dopo la presentazione di un esposto, avrebbero mostrato irregolarità nelle concessioni alla società «Borgo Antico hotel & resort spa» (ex Nuovi orizzonti spa) che sta effettuando i lavori, e di cui è legale rappresentante Zilio Oliviero, uno degli indagati. Il vasto progetto prevede la ristrutturazione di una ventina di abitazioni degradate poste nel centro storico del paese dove vivono 1.500 persone (altre 3.000 vivono nella frazione marina, posta a 7 chilometri di distanza) e la realizzazione di una serie di infrastrutture quali parcheggi, impianti sportivi, un parco giochi, una piazza di 1.200 metri quadrati ed un centro museale.
I lavori erano cominciati nel luglio 2003 ma, nella primavera del 2004, avevano avuto uno stop con il sequestro da parte della Procura (tempo dopo revocato dal Tribunale del riesame), e l’emissione dei primi avvisi di garanzia a Femia e Di Iorgi.

Share
root

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE