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di ALESSANDRO RUSSO
Ultrà da tutta Italia, con adesioni da molte squadre, sicuramente da Venezia, Bergamo, Taranto, Potenza, Livorno, Genoa, Shalke 04 e pare addirittura da San Paolo in Brasile, si ritroveranno per tre giorni per guardarsi in faccia e conoscersi e discutere delle tematiche dell’antirazzismo.
Non secondario il no alla tessera del tifoso, predisposta dal calcio italiano per fidelizzare i loro tifosi. L’appuntamento è in contrada Fossa a Rossano in provincia di Cosenza (24-25-26 luglio) per un campeggio sul mare che ospiterà il “1° Raduno antirazzista” e contro la “tessera del tifoso”, promosso dai supporter del Cosenza 1914. Non è nuova a simili iniziative la tifoseria cosentina delle due curve visti i raduni di Tortora e Fuscaldo andati in scena nel 1985 e nel 1986 che ruppero consuetudini e lanciarono un segnale in controtendenza.
Appuntamento vero e proprio aperto alle “tifoserie ribelli” e quelle più accreditate nel panorama delle tendenze delle curve degli stadi italiani. Il programma che pubblichiamo integralmente si presenta fitto di appuntamenti con tanto di concerti rock, ristorazione e birreria, presentazioni di libri e dibattiti. Serate all’insegna della goliardia e dell’impegno, con i colori delle squadre di calcio e delle loro diverse appartenenze, colori diversi e tifo nell’anima. Giornate di intrattenimento con le programmate dance hall sulla
spiaggia. Una giornata sarà dedicata alla proiezione di video documentari a dimostrazione delle ampie fette di creatività che albergano nelle curve italiane che hanno dato vita a iniziative di solidarietà di varia natura. Al centro della discussione la tematica dell’antirazzismo negli stadi, quella del businnes legato al sistema calcio e le nuove regolamentazioni previste con la tessera del tifoso contestata dai fan.
Molte adesioni sono arrivate dalle curve vicine alle simbologie di sinistra. La volontà di provare ad organizzare un “raduno antirazzista delle tifoserie ribelli” – si legge sul sito che promuove l’iniziativa – nasce essenzialmente dalla consapevolezza di trovarsi in un momento storico molto particolare per il movimento ultras e in generale per tutte quelle realtà che vivono una socialità “altra”, basata sul confronto, sull’aggregazione sullo “scontro” dialettico e sul conflitto sociale. Noi siamo ultras, né tifosi né tanto meno dei criminali vogliono far credere a tutti i costi…e la nostra passione non si tessera!».
Gli ultrà promotori dell’iniziativa puntualizzano quanto segue: «Il progetto di trasformare i nostri stadi in una specie di grandi centri commerciali rientra perfettamente in questa logica e purtroppo diventa sempre di piu una realtà tangibile, visibile agli occhi di tutti, non sono solo delle supposizioni! obbiamo resistere…dobbiamo farlo con intelligenza e capacità tattica».
Questi gli slogan e il credo della parte pensante delle curve cosentine che sono da oltre un ventennio in contatto con altre tifoserie che la pensano in maniera simile. Opposizione decisa alla tessera del tifoso promossa dal calcio italiano.
Sentite cosa ne pensa Lorenzo Contucci, avvocato di molti ultrà ed esperto del pacchetto antiviolenza. «È l’anticamera della carta sui diritti civili, un provvedimento da Ventennio».
La tessera del tifoso, voluta dal ministro Amato (subito dopo la morte a Catania del commissario Raciti) e messa in pratica adesso da Maroni, si presenta come uno strumento di fidelizzazione adottato dalla società di calcio per contrastare gli episodi di violenza. «Non sono contrario di per sé alla tessera – spiega Contucci – perché è corretto che una proprietà adotti una fidelizzazione coi propri supporter e cerchi di invogliare il proprio cliente con un rapporto di natura premiale. Il problema sono i criteri con cui viene distribuita la tessera.
Vieta l’emissione o la vendita per qualsiasi persona sottoposta a daspo o che è stata condannata, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive».
Quindi se uno, sbagliando, fa una bravata da giovane poi per tutta la sua vita non potrà più entrare negli stadi. I supporter delle curve non ci stanno.
E a Rossano in campo scenderanno proprio loro e non solo metaforicamente. E’ in programma un goliardico torneo di calcetto tra le squadre delle curve.

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