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Il 55% circa dei lavoratori dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat ha aderito allo sciopero di otto ore proclamato da Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Failms ed Rsu in tutte le aziende dell’area industriale per «la mancata intesa sul recupero della produzione della Grande Punto», interrotta in seguito alla protesta in due aziende dell’indotto dal 26 maggio al 3 giugno. Per quanto riguarda le 19 aziende dell’indotto, fino a questo momento allo sciopero ha aderito solo la Proma (con il 45 per cento delle adesioni). Il 26 maggio i lavoratori della Plastic components (fabbrica dell’indotto che produce componenti in plastica) proclamarono lo sciopero per il mancato rinnovo di alcuni contratti interinali, a cui seguì la protesta della Sistemi sospensione, entrambe del gruppo Magneti Marelli. A causa della mancanza di componenti, la Fiat decise di dare il «senza lavoro» per lo stabilimento di Melfi. La questione si risolse definitivamente il 3 giugno, con un’intesa tra i sindacati e il gruppo Acm (che raggruppa le aziende dell’indotto) sull’assunzione di 70 interinali fino al 31 luglio e sul recupero della produzione della Grande Punto. «Lo sciopero – ha detto il segretario provinciale di Potenza della Uilm, Vincenzo Tortorelli – è un segnale alla Fiat per la ripresa delle corrette relazioni sindacali. È necessario quindi fare uno sforzo da entrambe le parti per contemperare le esigenze reciproche».
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