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di BIAGIO TARASCO
QUATTROCENTOMILA euro spesi oltre tre anni fa, per una ristrutturazione che continua letteralmente a fare acqua.
Si tratta di piazza San Francesco dove, quando piove, l’acqua non si ferma sul selciato della piazza ma vi si infiltra, bagnando in alcuni punti anche il pavimento dei sottostanti ipogei. I lavori di riqualificazione della piazza, rientranti nei Pisu, hanno riguardato anche il recupero degli spazi ipogei, rimettendo così in moto un vecchio progetto dell’Auditorium, che prevedeva la realizzazione di un foyer ed uno spazio per mostre ed esposizioni. La parte scavata continua fin verso l’immobile che ospitava la Banca d’Italia, con la possibilità di visitare le antiche chiese di San Marco e San Pietro. Piazza San Francesco è ricca di testimonianze del passato. Nel 1981, durante i lavori di riqualificazione, vi furono rinvenute 48 tombe di età medievale, 9 tombe databili in età arcaica e classica e numerose buche da palo relative a una frequentazione dell’area nell’età del ferro. Reperti storici che si aggiunsero ad altri rinvenimenti risalenti all’immediato secondo dopoguerra. Nel 1947, in occasione dei lavori di sistemazione dell’area, effettuati con la supervisione di Eleonora Bracco, vennero alla luce 51 tombe nel banco di roccia tufaceo. Le tombe, di forma antropoide, avevano disposizioni supine e furono datate tra il VII e l’VII secolo dopo Cristo. Nel 1951 fu demolito il convento di San Francesco per costruire la sede della Banca d’Italia. In quell’occasione vennero rinvenute altre tombe medievali, oltre a frammenti ceramici e reperti databili dall’VII secolo dopo Cristo fino all’età moderna. Nel corso dei lavori che hanno interessato la piazza nel 1981, sotto il piano di copertura è stata rimessa in luce un’area di abitato della prima età del ferro, cui si sovrappone una necropoli utilizzata in almeno due momenti storici distanziati nel tempo. La prima parte della necropoli si inquadra nei secoli VI e V avanti Cristo, quella successiva in età medievale. L’analisi antropologica dei resti umani rinvenuti a Matera, ma anche a Timmari e Lavello, ha permesso di effettuare una sintesi delle conoscenze relative alle popolazioni italiane in epoca tardo antica e medievale. Inoltre, lo studio del materiale archeologico proveniente dai Sassi e dal centro storico ha offerto la possibilità di realizzare delle piante archeologiche della città di Matera, dalla Preistoria al Medioevo, differenziate per epoche e tipologia dei rinvenimenti. I lavori di recupero di piazza San Francesco di tre anni fa miravano a rendere fruibili gli spazi ipogei senza stravolgere il progetto del 1981. Negli ultimi anni in diverse occasioni gli ipogei hanno ospitato varie mostre. La prossima sarà inaugurata fra qualche giorno, per ricordare i 50 anni di attività del circolo La Scaletta. A questo punto non è escluso che il materiale in esposizione abbia bisogno di apposite coperture per evitare che vi possa piovere sopra.

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