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CHE significato assume per i calabresi, la parola “innovazione”? Un aiuto viene offerto dalle idee ammesse alla TechWeek, la settimana intensiva di formazione e lavoro di gruppo per la stesura del business plan, delle proposte presentate nel corso dell’Ideatour del BarCamper nelle cinque province calabresi, ovvero una stazione mobile supertecnologica che ha reso possibile la quarta edizione della Start Cup Calabria 2012, la business competition ideata ed organizzata dall’incubatore TechNest, dell’Università della Calabria insieme a dConsuting by dPixel e coordinata dal professor Riccardo Barberi.
Ventitré in tutto le idee ammesse su 63 sottoposte a colloquio nel corso delle cinque tappe nei capoluoghi di provincia e su 90 registrate. Numeri importanti se si tiene conto dei settori interessati ovvero ‘ICT – Social Innovation’, ‘Life Science’, ‘Agrifood – Cleantech’ e ‘Industrial’ a cui si è aggiunto il settore ‘Altro’ non specificatamente inserito in quelli citati ma fortemente connesso ad essi.
E dall’analisi di queste proposte nasce una mini inchiesta sulle “idee di innovazione” dei calabresi. Quattro appuntamenti: dopo il primo dedicato al settore ‘ICT – Social Innovation’, questo è il secondo sullo stesso argomento. Seguiranni il terzo su ‘Life Science’ed ‘Agrifood – Cleantech’ ed infine il quarto ‘Industrial’ ed “Altro”.
ICT – social Innovation – II^Parte
L’ICT e la social Innovation, per i calabresi, sono viste come elemento di sviluppo ed interazione ma soprattutto come elemento di “servizio” . Più che una nuova ricerca o vera invenzione si tratta di innovare un sistema che appare deficitario e l’uso della rete telefonica e telematica diventa strumento e mezzo fondamentale.
Un esempio è l’idea “MoVent” di Stefano Gitto presentata a Cosenza. Si tratta di una piattaforma di servizi verso il mondo mobile, sviluppata in tre aree principali: MoSpot, un servizio che prevede pubblicità mirata e georeferenziata, in grado di far guadagnare anche l’utente che la riceve sul suo dispositivo; MoPark per il pagamento dei parcheggi non custoditi via cellulare; MoPass per il pagamento di biglietti (cinema, bus, ecc), il tutto collegato con MoStore ovvero un negozio virtuale in cui gli esercenti o aziende, che aderiscono a MoVent possono presentare e mettere in vendita i propri prodotti. Ai clienti fidelizzati, la possibilità di acquistare direttamente on line dopo aver guadagnato un credito sufficiente.
Più scientifica l’idea imprenditoriale “Plugindustry” presentata a Cosenza da Domenico Greco basata sulla forte crescita della domanda del settore “Open Source”, in particolare dei CMS (WordPress, Jommla!) e delle piattaforme di e-commerce (ad esempio Magento), che a sua volta genera la richiesta di applicativi che aggiungano funzionalità sempre più mirat. Da qui nasce l’idea di produrre moduli software con codice “aperto” (e quindi riutilizzabile) che portino al loro interno fini quanto semplici ed immediate funzionalità di analisi dei dati per il business.
Una piattaforma dedicata allo sport è invece l’idea presentata a Cosenza da Marcello Stani chiamata proprio “Sport Agent” ma applicabile anche ad altri ambiti quali “travelling booking” o “you professional”, mentre, sempre a Cosenza, l’idea di Eugenio Rustico “Progetto FY” è orientata nel settore delle tecnologie 3D. L’idea si compone di due progetti principali e nelle tecniche di sviluppo denominate 323D e Acousion. Il primo consiste in un sistema di ricostruzione 3D di ambienti/oggetti: è interattivo e produce in tempo reale un modello subito navigabile e si basa su di una innovazione tecnica che consente alte prestazioni anche su dispositivi mobili. Il secondo invece consiste in una tecnologia assistita per non-vedenti o ipovedenti basata sul concetto di ecolocalizzazione. Superato il concetto del sonar, si tratta di un dispositivo mobile in grado di codificare la forma dell’ambiente circostante in un suono interpretabile dall’orecchio umano, rendendo il bastone telescopico obsoleto.
Un problema, quello legato all’aspetto medico sanitario che è sentito anche da Domenico Costanzo che ha Catanzaro, con l’idea “Dogic” ha proposto la costruzione di apparati tecnologici per il monitoraggio di parametri biomedici in pazienti anziani.
Dal settore ICT-social innovation, non poteva mancare, dopo il marketing, le apps e le funzioni più disparate affidate a software e sistemi telematici, la comunicazione. L’idea di Sergio Conti, presentata a Reggio Calabria si chiama proprio “5W” consistente in un’applicazione per dispositivi mobile ed al tempo stesso un sito internet. Si basa sulla regola aurea del giornalismo anglosassone: una notizia in “5W”, ovvero who (chi), what (cosa), when (quando), where (dove), why (perché), e l’idea nasce per far conoscere i fatti che accadono in un determinato luogo oppure entro un raggio d’azione scelto dall’utente geolocalizzato, sia quando si trova in mobilità che quando si collega a internet da postazione fissa. Il possessore di uno smartphone scaricherà una app sul proprio dispositivo che permette di postare un “fatto” di cui è testimone, inserendo una foto e indicando tre brevi informazioni a corredo:il soggetto, cosa è accaduto e perché presumibilmente è accaduto. In tale modo, l’dea 5W mira a far diventare protagonisti gli utenti in mobilità nella produzione di notizie.
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