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Più di 82 milioni di euro sono in arrivo per o piani di offerta integrata di servizi (cosiddetti Pois). In tutto andranno 21,9 milioni per i servizi sanitari, 22,9 per i servizi assistenziali, 12,9 per i servizi per la comunità e 24,9 per l’edilizia scolastica. La Giunta regionale, infatti, ha approvato, su proposta del presidente De Filippo, il bando relativo al finanziamento. Sette gli ambiti territoriali ottimali (due in provincia di Matera e cinque in provincia di Potenza) per la costruzione di reti integrate di servizi alle persone, alle famiglie ed alla comunità, prevedendo la costituzione di altrettante partnership istituzionali fra amministrazioni pubbliche territoriali ed aziende sanitarie regionali interessate nonché l’individuazione al loro interno di un ente capofila cui attestare l’ufficio comune responsabile della predisposizione ed attuazione dei P.O.I.S. Per questo progetto, la Giunta regionale ha stanziato complessivamente 82,6 milioni di euro.
Il bando prevede anche una rinnovata impostazione processuale. Infatti è previsto che i P.O.I.S. gravitanti sulle due città capoluogo debbano interagire, sotto il profilo programmatico, con le politiche “inclusive” promosse all’interno dei piani integrati di sviluppo urbano sostenibile di Matera e Potenza; e che vengano identificati per ciascun ambito territoriale ottimale i fabbisogni in termini di sostegno agli operatori dell’economia sociale e del terzo settore nell’attivazione e gestione dei “servizi a mercato” in modo da concorrere a definire contenuti e forme di operatività del regime di aiuto previsto dalla linea di intervento relativa alla “promozione e qualificazione dell’ impresa sociale”. In caso di ritardo di attivazione dei P.O.I.S. da parte delle partnership istituzionali,la Regione, per evitare il disimpegno automatico delle risorse comunitarie, può direttamente concordare con le Province e con le Aziende Sanitarie l’attuazione degli interventi a valere sulle linee di intervento “servizi sanitari” e “edilizia scolastica”.
«Va segnalato – ha precisato De Filippo – che i P.O.I.S. finanziati attraverso il Programma Operativo FESR costituiscono una parte, per quanto significativa ma limitata essenzialmente agli investimenti materiali nel settore, della politica regionale per l’inclusione sociale alla quale va affiancato, sul versante del finanziamento delle attività e dei costi di funzionamento dei servizi, il “Programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale”». De Filippo ha poi ricordato che con il periodo di programmazione 2007 – 2013, per la prima volta, le politiche europee di coesione assumono il tema dell’inclusione sociale tra i fattori decisivi dello sviluppo regionale, ritenendo che il miglioramento delle condizioni di vita e l’accessibilità ai servizi concorrano fortemente a determinare l’attrattività e la competitività
dei territori. In particolare, l’Asse del P.O. FESR contiene: un’esplicitazione dei target di popolazione a rischio di emarginazione sociale (persone portatrici di particolari patologie, fasce ‘deboli’ di popolazione, popolazione residente in aree interne, studenti a rischio di dispersione scolastica) sui quali prioritariamente intervenire; un’indicazione dei presidi specialistici (strutture di day hospital, centri di riabilitazione, comunità terapeutiche, case protette, ecc.) ed universalistici (centri per anziani, asili nido, centri sociali, strutture scolastiche, ecc.) da realizzare tarati sui target delle persone a rischio individuati; un’aggregazione delle linee di intervento per ambiti territoriali ottimali; un’attivazione sui singoli ambiti di modelli innovativi di governance fondati sulla messa a sistema dell’intera filiera pubblica operante nelle politiche ‘inclusive’ e sulla previsione di apposite strutture tecno-amministrative di scopo per la gestione ed attuazione delle linee di intervento; previsione di piani di offerta integrata di servizi; valorizzazione dell’apporto del privato sociale.
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