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«Rispetto per il dramma dei malati, strappati all’improvviso da quella che era la loro casa, e dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro». È quanto chiede Franco Corbelli, leader del movimento Diritti civili che si schiera a favore dei lavoratori del Papa Giovanni XXIII di Serra D’Aiello che ieri hanno manifestato a Cosenza per chiedere graranzie sul loro futuro.
«Il trasferimento forzato dei malati del Papa Giovanni – sostiene Corbelli – è una ferita che non potrà mai rimarginarsi, una macchia indelebile, che non potrà mai essere cancellata e dimenticata».
«Che fine faranno adesso e quale sarà il futuro per questi lavoratori e le loro famiglie – si chiede il leader di Diritti Civili – che fine faranno i malati e che fine farà l’istituto di Serra d’Aiello, sarà definitivamente abbandonato o come, chiede Diritti Civili, ristrutturato e riaperto? Quei lavoratori del Papa Giovanni non devono essere abbandonati, vanno aiutati a mantenere il loro posto di lavoro».
«Diritti Civili – prosegue Corbelli – chiede, a distanza di quasi due mesi dal blitz, che risultati certi (al di là delle ipotesi) ha prodotto l’inchiesta della Procura di Paola, quanti casi di persone scomparse sono stati accertati, quanti casi di omicidio sono stati scoperti, quanti e quali casi di traffico d’organi sono stati acclarati».

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