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DIFFICILE per ricercatori e studiosi del dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria contenere l’eccitazione. A Ginevra, nell’auditorium del Cern gremito di scienziati, è stata appena annunciata la scoperta della “particella di Dio”: «We have it» ha detto il direttore generale del Centro, Rolf Heuer, e nell’aula seminari del cubo 31 C è partito un fragoroso applauso. Sì, perché se oggi la fisica può spiegare perché ogni cosa ha massa il merito è anche merito del gruppo di ricerca dell’Unical, collegato all’Istituto nazionale di fisica nucleare, che da quindici collabora con il Cern per individuare la particella (il Bosone di Higgs) e che dall’avvio dell’acceleratore di particelle nel 2008 fa la spola tra Cosenza e Ginevra per raccogliere dati e seguire le collisioni tra protoni.
Il principale artefice della collaborazione, Giancarlo Susinno professore emerito dell’Unical, è volato a Ginevra, insieme a Marco Schioppa, professore associato e responsabile del laboratorio “Alte energie” dell’ateneo. Docenti, ricercatori e studenti hanno seguito il seminario di aggiornamento del Cern sui risultati dell’acceleratore in diretta streaming da Arcavacata. Ci sono giovani laureandi alle prese con tesi proprio con la particelle di Dio, i membri del gruppo di ricerca (i più “anziani” inseguono il Bosone da circa quindici anni), il direttore del dipartimento di Fisica dell’Unical Pierluigi Veltri. «Il Paese vive una situazione delicata. Ci siamo affidati alla Nazionale per risollevarci. Ecco, il ruolo determinante dei ricercatori italiani nell’esperimento del Cern dimostra che l’Italia è in grado di portare risultati rilevanti. E guardando indietro, ai miei trentacinque anni trascorsi all’Unical – ha detto Veltri – sento di ringraziare tutti quelli che hanno lavorato nel dipartimento e hanno preso parte a questa importante ricerca».
Il gruppo dell’Unical lavora all’esperimento Atlas, guidato dalla scienziata italiana Fabiola Giannotti: da qui sono arrivate le principali evidenze della presenza della nuova particella. Ad Arcavacata, nei laboratori di Fisica, sono stati realizzati alcuni dei rilevatori principali di Atlas.
«È un momento splendido – ha commentato Enrico Tassi, responsabile di Atlas nel gruppo Unical, al termine del collegamento -. Credo sia meraviglioso per i nostri giovani studiosi potervi prendere parte». Commosso è Alessandro Papa, che guida il gruppo dell’Unical collegato all’istituto nazionale di fisica nucleare. Che la scoperta della particella di Dio, «conquista dell’umanità», sia passata da Cosenza è «un motivo di orgoglio».
Il lavoro naturalmente non finisce qui, anzi, Ora il Cern studierà le proprietà della nuova particella: è il Bosone di Higgs definito dal modello standard della fisica delle particelle oppure è parte di un modello generale e ancora non conosciuto? Il secondo caso sarebbe ancora più affascinante perché consentirebbe di spiegare la cosiddetta materia oscura. Proprio su questo tema sono impegnati ricercatori e docenti dell’Unical come Antonio Policicchio, Daniela Salvatore, Anna Mastroberardino, Marco Schioppa e Giancarlo Susinno. Il viaggio continua.
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