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Le vittime sono bambini, maschi e femmine, di 4-5 anni legati, imbavagliati e violentati. Questo è quanto si vede nei video realizzati durante viaggi di turismo sessuale infantile e messi in rete su Internet per la comunità di pedofili appassionati di sadismo, che hanno potuto scaricarli per vederli e rivederli.
Agghiaccianti i retroscena dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Siracusa contro la pedopornografia on line, avviata ieri, e sfociata in quattro arresti e 69 indagati in 16 regioni italiane.
Tra le persone finite in manette anche un medico di Catanzaro, di 60 anni, dirigente in una comunità di recupero per tossicodipendenti nella cui abitazione gli investigatori del Nucleo investigativo telematico hanno trovato e sequestrato non solo materiale pedopornografico, ma anche 200 grammi di droga e un bilancino. Gli indagati, individuati attraverso le loro connessioni sulla rete, seguendo le tracce lasciate sul web dopo avere visionato filmati, sono per lo più professionisti di età compresa fra i 40 e i 60 anni. Sette di loro in passato sono stati già denunciati per reati sessuali nei confronti di minorenni. Le regioni interessate dalle indagini sono Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino.
Nei video tra l’altro si vedono le facce dei torturatori, nessuno dei quali è tra gli indagati, e tra loro c’è anche una donna che abusa, con atroci violenze, di un bambino. Immagini drammatiche che il presidente di Telefono arcobaleno, Giovanni Arena, definisce «terribili».
«Il sadismo sui bambini – spiega Arena – è ancora poco diffuso ma in costante e preoccupante crescita, il fenomeno non è inarrestabile, bisogna fermare questo atroce commercio». Per l’Osservatorio sui diritti dei minori l’inchiesta «dimostra che ormai non si può più attendere una profonda riforma delle leggi contro la pedofilia e la pedopornografia».
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